Prosegue quest’anno il progetto Relacus, finalizzato alla ricostruzione degli insediamenti umani in età preistorica e protostorica sulle sponde dei laghi di San Giorgio e Santa Maria, tra i Comuni di Revine Lago e Tarzo.
Il progetto aveva avuto inizio nel 2019, tramite un accordo di collaborazione tra i Comuni interessati, e nel 2020 Qdpnews.it aveva seguito la prima fase di scavi condotta nell’ambito di tale iniziativa.
Come ha spiegato Marta Modolo, ricercatrice Marie-Curie che collabora con l’Università di Ferrara e Iphes (Institut Català de Paleoecologia Humana), seguendo il progetto fin dai suoi esordi, la nuova tappa di questa ricerca si prefigge per il 2022 l’obiettivo di individuare nuovi punti di insediamento preistorico e protostorico nella medesima area, ricostruendo quelle che sono state le modalità di insediamento stesso.
Dopo lo stop degli scavi della scorsa annata, quest’anno il gruppo di lavoro ha nuovamente inviato la richiesta per la ripresa del progetto alla Soprintendenza, secondo quanto riferito dalla stessa Modolo. Progetto che riprenderà indicativamente nel periodo tra febbraio-marzo.
Una prima fase comprenderà delle indagini geofisiche non invasive, per una mappatura veloce della zona e l’individuazione di possibili aree di concentrazione di reperti e materiali. Fase che consentirà di procedere con i carotaggi manuali (ovvero una tecnica di campionamento), per implementare i risultati degli scavi precedenti.
“Tra febbraio-marzo riprenderemo le ricerche, che coinvolgeranno anche dei ricercatori dell’Università di Padova – ha raccontato Marta Modolo – Saranno ricerche non invasive, per comprendere cosa c’è sotto la superficie e poi procedere con dei carotaggi archeologici e, in base al risultato ottenuto, si farà lo scavo vero e proprio”.
La componente finanziaria non è secondaria in questo progetto, in quanto servono dei fondi, necessari sia alla conduzione degli scavi che alle operazioni di conservazione dei reperti ritrovati.
“Per questo aspetto, un doveroso ringraziamento va all’onorevole Gianantonio Da Re, membro del gruppo ‘Identità e democrazia’ nel Parlamento europeo, il quale ha espresso interesse al nostro progetto, facendosi promotore di un supporto finanziario indirizzato a tale iniziativa – ha affermato Modolo – Siamo sempre stati in contatto con l’europarlamentare Giancarlo Scottà, il quale si è reso disponibile nel caso avessimo avuto necessità, segnalandoci all’onorevole Da Re”.
“Un ringraziamento va anche al Comune di Revine Lago, nella figura del sindaco Massimo Magagnin, che ci ha aiutato nella questione delle concessioni dei proprietari nel suo territorio comunale – ha proseguito – Il gruppo di ricerca si è allargato e la previsione è di iniziare gli scavi veri e propri verso il mese di giugno, in primis per una questione meteorologica. Scavi che dureranno per una o due settimane, proprio per tal motivo”.
“L’obiettivo è quello di individuare altri punti di insediamento umano in quell’area e ci aspettiamo di trovare dei segni di questo, come ad esempio resti di palafitte e sepolture, per delineare l’estensione dell’abitato – ha aggiunto Modolo – Stiamo cercando di dare una ricostruzione completa della zona, portare in luce tutto quello che c’è e farlo riconoscere come Patrimonio Unesco”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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