“Ricordo quando in questa stessa sala ci trovavamo in dieci, senza sindaco”: sono le parole di esordio utilizzate ieri sera dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, nel corso di un incontro sul tema dell’autonomia, tenutosi nella sala polifunzionale del municipio di San Fior.
L’iniziativa è stata organizzata dalla sezione di San Fior della Liga Veneta (il segretario è Armando Tempesta), con l’ex circoscrizione di Conegliano e la segreteria provinciale di Treviso.
Oltre al governatore, i relatori della serata sono stati Alberto Stefani e Dimitri Coin, rispettivamente segretario regionale e segretario provinciale della Liga veneta. Presente in sala il “popolo leghista”, e non solo, con i suoi rappresentanti politici a tutti i livelli.
Dopo l’approvazione al Senato, l’iter parlamentare per l’autonomia proseguirà alla Camera dei Deputati: ieri sera, quindi, è stato fatto un resoconto sul percorso affrontato, con uno sguardo a ciò che l’autonomia porterà con sé per i veneti.
Come è emerso in sala, l’autonomia richiede un percorso diverso da quello affrontato dalle Regioni a statuto speciale: quest’ultimo caso, infatti, si verifica con il riconoscimento di una legge costituzionale, mentre l’autonomia non richiede una riforma costituzionale, bensì una legge ordinaria.
Il punto del governatore Luca Zaia
“La Lega nasce per l’autonomia del Veneto – ha affermato con fermezza Zaia – Abbiamo il merito di aver fatto un cambiamento culturale e il rispetto ce lo siamo guadagnati noi veneti”.
Zaia ha quindi ripercorso i momenti che hanno accompagnato il periodo antecedente al referendum e questi sei anni di attesa.
“Il 22 ottobre 2017 siamo andati a votare per l’autonomia (hanno votato 2 milioni e 328 mila veneti) e negli ultimi 30 anni abbiamo tentato tre volte per il referendum – ha continuato – Ricordo che c’era la gente in fila quel giorno, anche in carrozzina, per andare a votare: bisogna avere rispetto per queste cose. Poi abbiamo dovuto affrontare un anno di battaglia, ma la Corte costituzionale ha dato ragione a noi”.
“Ci hanno vietato di usare la tessera elettorale per votare (tutto questo è stato vomitevole), facendosi un clamoroso autogol: per questo ho inventato la ricevuta – ha proseguito – Ci hanno addirittura chiesto di pagare i militari ai seggi: questa è la sinistra che ci ha governato”.
“Dopo l’approvazione alla Camera, dovrà essere firmato il contratto tra il Governo e la Regione (ci sono 23 materie): è una questione di mesi e non di anni – ha continuato – Vogliamo capire, fino in fondo, dove possiamo arrivare con l’autonomia”.
“La nostra forza non sono gli avvocati (che ringrazio), ma il popolo: ci sono partiti che hanno creduto nell’autonomia e altri che non ci hanno creduto mai – ha aggiunto – Ricordo che, una volta raggiunta, è previsto un ‘tagliando’ e credo che sia giusto, perché se non te la meriti, l’autonomia ti deve essere tolta”.
Zaia ha quindi fatto una riflessione sulla questione, anche alla luce della situazione attuale del Paese. “Abbiamo l’obbligo di portare avanti la partita: siamo nel Paese più bello del mondo, ma è un Paese medievale – ha dichiarato – L’autonomia è quindi la vera via di uscita, è il nuovo Risorgimento per questo Paese e, quando sarà a regime, sarà un’altra storia”.
Il governatore ha quindi lanciato un appello ai leghisti in sala. “Aprite le sezioni ai giovani: anche noi abbiamo iniziato quando eravamo giovani”, ha concluso.
Stefani e Coin, da parte loro, hanno risposto alle domande del pubblico e illustrato alcuni aspetti pratici legati alla faccenda. In primis hanno chiarito che, quella di ieri sera, è la prima tappa di un “tour sull’autonomia”, che toccherà anche altri Comuni..
I due segretari della Liga hanno chiarito che l’iter in corso farà da “apripista a un percorso che potrà essere seguito anche da altre regioni non governate dalla Lega”.
Sono in tutto 23 le materie che definiranno le funzioni che la Regione andrà a incamerare, mentre è previsto uno schema preliminare di intesa (destinato poi a divenire definitivo), che consentirà il trasferimento di quelle stesse funzioni dallo Stato alla Regione.
Un vero e proprio negoziato, monitorato in corso d’opera da una commissione paritetica. “Vogliamo fare in modo che anche le regioni che non chiedono l’autonomia abbiano dei risultati di gestione – hanno chiarito – Tramite il controllo della spesa, le altre regioni vedranno se i propri governanti hanno speso bene i soldi”.
“Le 23 materie comprendono tematiche come la scuola, l’ambiente, il commercio estero e le politiche attive nel mondo del lavoro – hanno specificato . L’autonomia avvicina il decisore politico alle scelte”.
Sul nodo dell’agricoltura, una delle questioni di attualità chieste dal pubblico, Coin e Stefani hanno spiegato che si tratta di una materia in cui c’entra anche l’Europa, per la quale “ci vuole un grande lavoro”.
Per quanto riguarda la questione della cosiddetta “fuga dei cervelli”, Stefani ha chiarito che “l’autonomia non è la soluzione a tutti i problemi” di carattere nazionale.
“Il flusso verso l’estero potrebbe essere anche positivo, se poi i giovani tornano portando un’esperienza – ha aggiunto – Sicuramente l’autonomia porterà dei benefici in termini di contratti, borse di studio”.
“Con l’autonomia avremo una gestione migliore e una minor spesa“, ha concluso Coin.
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