Podio per Renato Piccin, per lui la “laurea” da campione italiano di bocce: “Non più semplice gioco da osteria, ma sport a tutti gli effetti”

Soddisfazione per il sanfiorese Renato Piccin, 58enne che si è “laureato” campione di bocce, nella competizione nazionale a coppie di categoria B maschile, la cui finale è stata disputata la scorsa domenica 11 settembre a Savigliano, in provincia di Cuneo.

Piccin è tesserato con la bocciofila friulana Spilimberghese e si è aggiudicato il podio della competizione assieme al compagno di gara Farid Sahih.

“Sono ‘nato’ alla bocciofila Camillotta di San Fior – ha raccontato – però adesso sono tesserato in Friuli. Pratico questo sport dal 1988, da 34 anni”.

“Fino al 1987 correvo in bicicletta, facevo il ciclista con buoni risultati: ho vinto delle gare e sono stato anche in Nazionale al Giro della Jugoslavia. Però purtroppo ho avuto un brutto incidente: sono stato investito da un camion, mentre mi allenavo, e ho dovuto troncare la carriera. Ho rischiato anche di morire, perché il camion mi è proprio passato sopra”.

“Allora, nel bar dove andavo, giocavano a bocce e quindi ho ‘buttato via la bicicletta’ e iniziato a giocare pure io – ha proseguito – Adesso tornerò a passare in categoria A, perché chi vince nella propria categoria, passa di livello. Sono già stato qualche anno fa in categoria A e ora ci torno”.

“Non è che mi ponga chissà quali obiettivi, mi auguro di far bene in categoria A, poi io seguo anche il settore giovanile e cerco di trasmettere e insegnare qualcosa a loro – ha raccontato – Ai giovani dico che ci vuole tanta passione, come in tutti gli sport. Molti lo vedono ancora come il gioco dell’osteria, ma non è più così, perché ci sono luoghi alternativi dove si fanno dei tiri tecnici: c’è una preparazione fisica da fare”.

“Si tratta di uno sport a tutti gli effetti – ha ribadito – Dopo è bello, perché si può giocare da quando si inizia a camminare fino a quando si riesce a camminare: dai 6 ai 90 anni, uno può giocare fino a quando ce la fa”.

(Foto: per concessione di Renato Piccin).
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