“Pappagalli”, storie per stupirsi dell’umanità: da Sarajevo il podcast dell’autore felettano Rodolfo Toè

Storie di incendi sepolti e di pianoforti perduti, di uomini che si autoproclamano imperatori, di donne che dicono di partorire conigli, di scienziati che scommettono tutto, rinunciano e poi, come per caso, fanno la storia.

Storie di gioielli ancestrali e maledetti, di pessime e ottime idee, di competizioni che durano una vita e, qualche volta, anche di più: storie che descrivono a pieni colori un’umanità meravigliosamente fragile e degna di affetto.

Suscitare stupore nei confronti di noi stessi e dell’universo in cui viviamo era proprio l’obiettivo primario di “Pappagalli”, il podcast di Rodolfo Toè, che è ormai giunto al trentesimo episodio. 

Rodolfo, originario di San Pietro di Feletto, risiede a Sarajevo con sua moglie Margherita e di mestiere fa l’analista politico per l’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa): nel 2011 ha accettato un lavoro per un quotidiano francese, il Courrier des Balkans, che l’ha ingaggiato come corrispondente nei Balcani. 

Stringendo i denti (e le finanze) durante una gavetta per nulla semplice, Toè è così arrivato ad affermarsi come giornalista e come esperto di pianificazione politica. Percependo di aver tralasciato un po’ l’esercizio della creatività, ha ricominciato a raccontare storie attraverso questo podcast.

“Pappagalli è nato in un momento in cui eravamo praticamente ai domiciliari. Sentivo il bisogno di dire a qualcuno e a me stesso che, accidenti, il mondo è un bel posto – racconta Rodolfo. – Nel podcast ci sono delle idee di base, l’antirazzismo e la parità di genere, per esempio, ma qualche volta mi lascio trascinare dalla meraviglia che io stesso provo rispetto a cose che non conoscevo. 

Per me, la preparazione di questi episodi è una sorta di esercizio: cerco di immedesimarmi nel personaggio e tentare di capire le sue ragioni”. La narrazione di queste storie, in effetti, spesso “fa il tifo” per personaggi più ostinati, spesso letteralmente ossessionati dalla ricerca di qualcosa, che in qualche modo finisce per sembrare geniale anche all’ascoltatore. 

In “Pappagalli”, (il curioso titolo del podcast viene spiegato nella prima puntata), il racconto viene intervallato da interviste agli scienziati e agli autori dei volumi dai quali Toè cattura queste informazioni, riportando sempre attentamente tutte le fonti. “Le puntate che più mi rappresentano sono quelle che riescono a lasciarti con questo senso di meraviglia nei confronti dell’umanità e dell’universo”.

Come per dire che, nonostante tutto questo progresso scientifico, c’è ancora del mistero e della magia. Tra i miei episodi preferiti c’è “Considera l’anguilla”, la storia della giornalista Nelly Bly e la vicenda di Norton I: immaginare che l’intera cittadinanza di San Francisco abbia concesso tutti gli onori del caso a un pover’uomo autoproclamatosi imperatore degli Stati Uniti mi rende fiero di essere umano”. 

Capita inoltre di carpire alcune note sugli anni felettani di Toè, dai riferimenti al “mazariol” fino a una certa giocatrice di calcio fortissima del Vittorio Veneto, nella puntata nove “Giovinette”. L’autore afferma di avere un rapporto complesso con la Marca Trevigiana: “È una zona ricca di mistero e quando ero piccolo ero curioso di conoscerla meglio. Vivendo a Sarajevo, dove ogni famiglia è molto legata alla conoscenza delle proprie radici, mi rendo conto però che qui il passato, quello vero, tende a perdersi un po’, anche nel giro di due sole generazioni”.  

C’è chi si trova piacevolmente sorpreso nel sapere che, anche se l’umanità viaggia da decenni nello spazio e la clonazione non è più un tema trattato soltanto nei film di fantascienza, la modalità di accoppiamento delle anguille è ancora oggi avvolta dal mistero: per tutti loro, “Pappagalli” è un must. 

Qui i riferimenti per il podcast di Rodolfo Toè su Spotify (link), Spreaker (link 2) e la newsletter (link 3).

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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