Più di un centinaio di genitori ha partecipato ieri sera, giovedì 15 marzo, all’incontro col commissario della Polizia di Stato di Conegliano Massimo Olivotto, per confrontarsi sul tema dell’educazione dei figli alla legalità, organizzato dall’istituto comprensivo di San Vendemiano.
Nell’epoca di smartphone e social network, la serata non poteva che volgere sul tema dei corretti comportamenti da tenere online e dei risvolti, anche penali, di quelli scorretti, argomenti molto sentiti ieri dalla platea dell’aula magna della scuola San Francesco (nella foto).
Mamme e papà si trovano infatti a dover fare i conti con la necessità di coniugare i principi dell’educazione con le possibilità e i rischi offerti dallo sviluppo tecnologico, un mondo nel quale, ormai, anche un ragazzino ha la possibilità di connettersi alla rete semplicemente tramite uno schermo di pochi pollici di grandezza.
“E’ stato un successo inaspettato – riporta la professoressa Michela Chies, organizzatrice della serata – Il dottor Olivotto ha saputo coinvolgere il pubblico fornendo consigli pratici e invitando a collaborare con le forze dell’ordine: va superata questa idea della Polizia come forza solo repressiva e autoritaria, perché al giorno d’oggi, per educare i ragazzi ad essere bravi cittadini, c’è bisogno della collaborazione tra famiglia, scuola e istituzioni”.
I pericoli più grandi per i minori che si interfacciano a web e social sono legati soprattutto alla persona: non solo furti d’identità, ma anche il semplice iscriversi a siti e piattaforme fornendo dati falsi e mentendo sull’età sono azioni che costituiscono reato, aspetti spesso sottovalutati dai ragazzi.
“Ci sono bambini di 8-10 anni che utilizzano i social, quando il limite d’età è di 14 anni – conferma la professoressa Chies – C’è poi il pericolo legato a foto e materiale esplicito che gli studenti si passano da uno smartphone all’altro. E’ importante, in questo senso, che i genitori stiano attenti ai segnali che si possono cogliere dal comportamenti dei figli: se quando vengono sorpresi nascondono all’improvviso il telefono o coprono lo schermo, forse stanno messaggiando con gli amici o i fidanzatini, ma forse potrebbe trattarsi anche di qualcos’altro”.
L’incontro di ieri sera ha fatto seguito a quello che si è tenuto nei giorni scorsi alla scuola media “Giovanni Saccon”, nel quale l’educazione alla legalità è stata affrontata direttamente con gli studenti delle classi seconde durante l’orario scolastico.
“I ragazzi non sono consapevoli di tutti i rischi che corrono – spiega Michela Chies – Rimangono colpiti soprattutto quando si rendono conto che il materiale che viene caricato in rete rimane lì molto a lungo, anche se sembra scomparire. Una foto può essere stata online solo per poco, ma basta che qualcuno abbia fatto uno screenshot per rendere la cancellazione inutile. Per la Polizia postale, inoltre, è facile spesso risalire a contenuti che si credevano rimossi per sempre”.
Tra gli altri temi affrontati, anche quelli dell’attenzione agli adescamenti che possono avvenire in rete, magari sulle piattaforme di gioco online, e dell’utilizzo di videogiochi violenti da parte di bambini che non hanno ancora l’età per capire certi contenuti.
All’interno dell’Istituto comprensivo di San Vendemiano è il professor Massimiliano Sapienza ad occuparsi della prevenzione contro bullismo e cyberbullismo, mentre ieri sera a rappresentare la scuola in veste ufficiale c’era la professoressa Silvana Sorce.
(Fonte: Edoardo Munari © Qdpnews.it).
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