Avrebbe diffuso agli amici immagini e video di bambine di appena sei anni, costrette a subire rapporti sessuali.
Fotogrammi terribili dell’orrore vissuto dalle piccole, abusate ripetutamente da pedofili che hanno ripreso le violenze e di quelle immagini hanno fatto merce di scambio.
Per questo un 60enne di origine marocchina residente a San Vendemiano, è finito alla sbarra con l’accusa di diffusione di materiale pedopornografico.
L’uomo, difeso dall’avvocato Jenny Lo Presti, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato che, in caso di condanna gli consentirà di ottenere lo sconto di un terzo della pena.
Pena che potrebbe essere pesantissima visto il quadro accusatorio che lo ha fatto finire a processo.
Il 60enne che, vive da molti anni a San Vendemiano dove è conosciuto come un rispettabile padre di famiglia, è finito sotto indagine nel 2017 mentre si stava per imbarcare verso il Marocco, su una nave al porto di Genova.
Non poteva immaginare che lo stavano aspettando gli agenti della polizia di frontiera. Il 60enne era infatti già sospettato di far parte di un gruppo di pedopornografi che si erano scambiati materiali a chiaro sfondo sessuale con protagonisti minorenni.
La conferma sarebbe arrivata con il sequestro del suo telefono cellulare. È lì che gli investigatori hanno scoperto lo scambio di immagini tra lui e cinque suoi amici, tre di nazionalità marocchina e due italiani, residenti a San Vendemiano.
Fotografie e video, trasmessi tramite WhatsApp dal gennaio al maggio del 2016, alle utenze degli amici, registrati sul telefono dell’imputato con diversi pseudonimi. Gli accertamenti tecnici della polizia non hanno consentito di chiarire l’origine di quelle immagini.
E cioè se il 60enne abbia ricevuto il materiale da qualcuno o se lo abbia lui stesso scaricato da internet tramite il dark web.
Con lui, nei guai sono finiti anche gli amici e, concluse le indagini, solo per uno l’accusa è stata archiviata.
La posizione degli altri quattro è stata invece stralciata e saranno giudicati separatamente. Il 60enne rischia anche la revoca del permesso di soggiorno.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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