Il Covid-19 spiegato dal medico e sindaco Riccardo Szumski: “Non ho inventato niente, serve buonsenso”

 

“All’inizio il virus ci ha spiazzati per la quantità di casi che finivano in rianimazione”, inizia a spiegare il sindaco e medico di base di Santa Lucia di Piave, Riccardo Szumski, illustrando il suo percorso di studio medico sul virus Covid-19.

“Poi ho studiato la letteratura medica italiana e francese, ribadisco che io non ho inventato nulla, e insieme ad altri come me ho iniziato delle sperimentazioni con il plaquenil, la azitromicina e il cortisone, con risultati incoraggianti”.

Il caso del dottor Szumski ha sollevato polemiche e dibattiti poiché in molti mettevano in dubbio le sue tecniche usate sui pazienti, “sempre consenzienti e consapevoli della mia operatività coscienziosa in qualità di medico”, sottolinea il sindaco.

Ad oggi però Szumski continua a far parlare con altri toni: ora lo chiamano da Verona e persino dall’Emilia-Romagna per avere un parere, per raccontare le sue deduzioni o per chiedere consigli, molto spesso anche rassicurazioni.

Il sindaco di Santa Lucia spiega che l’errore di partenza di molti, all’interno della comunità medica, è stato di considerare il virus come una polmonite, ma era solo ciò che a primo impatto si vedeva dalla radiografia e dai sintomi più evidenti: “Il problema invece è da riscontrarsi negli effetti massicci di una risposta infiammatoria che interessa gravemente anche il sistema cardiovascolare, causando addirittura il decesso”.

Si evince che bisogna quindi intervenire sull’infiammazione, solo così si possono ottenere risultati ottimali per il paziente.

“Non è certo la soluzione del problema, ma quantomeno è un’arma efficiente da usare”, tiene a sottolineare Szumski.

Ciò che spaventa sono anche gli effetti collaterali dei farmaci utilizzati, che, però, come illustra il medico, se somministrati in periodi limitati non comportano rischi: sono degli antireumatici e in quanto tali, se usati con pazienti che presentano complicanze cardiache, bisogna prendere gli accorgimenti del caso.

Vestendo i panni di primo cittadino, Riccardo Szumski è molto franco anche rispetto alla situazione attuale, considerando esagerato lo “stato di polizia” vigente: “E’ evidente che chi sta male non deve uscire di casa e che bisogna comportarsi come ci si comporta con ogni altra malattia virale, ovvero mantenendo le distanze. Denunciare chi sta camminando da solo in un campo lo considero fuori luogo”.

Nel ricordare che i casi infetti nel territorio comunale rimangono fermi a 21, ribadisce anche l’importanza di avere disposizioni chiare da parte del Governo: “Come amministrazione noi dobbiamo organizzare i centri estivi ma ancora non sappiamo se sarà possibile, come non sappiamo come potranno gestire i propri figli coloro che torneranno a lavorare”.

Molta incertezza e forse molta propaganda suggerisce Szumski, che durante tutta la durata dell’emergenza ha continuato a mantenere entrambi i suoi ruoli: primo cittadino e medico, anche con visite a domicilio, equipaggiato di tute integrali, guanti e mascherine.

“Ognuno deve fare bene il proprio compito”, conclude, accingendosi così “bardato” a iniziare il giro pomeridiano di visite.

(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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