L’autopsia non chiarisce la causa della morte di Susanna Baseggio, la 53enne di Santa Lucia di Piave che era scomparsa da casa dal 16 dicembre ed è stata ritrovata priva di vita domenica 30 gennaio, in una zona di campagna a poche centinaia di metri dalla sua abitazione. Il corpo della donna, infatti, è in condizioni di decomposizione avanzata e, anche se non vi sono segni macroscopici di violenza, al momento non è possibile escludere nessuna ipotesi.
L’esame autoptico è stato eseguito dal medico legale Alberto Furlanetto, incaricato dalla procura di Treviso. Due i quesiti principali da sondare per il patologo: la causa e l’epoca della morte.
Per il primo una risposta potrà arrivare forse dagli esami istologici, tossicologici e genetici che saranno effettuati sui campioni prelevati dal cadavere. Le condizioni del corpo non hanno infatti reso possibile una valutazione precisa delle eventuali cause.
Condizioni che, secondo il medico legale, sono compatibili con la permanenza del corpo della donna nel campo in cui è stata trovata, fin dal giorno della sua scomparsa. Tra le ipotesi vi sono l’incidente o il gesto volontario ma, proprio lo stato di decomposizione potrebbe aver cancellato eventuali segni riconducibili a una morte violenta. Per questo sono necessari ulteriori accertamenti.
Susanna Baseggio era scomparsa da casa il 16 dicembre scorso. Prima di sparire, aveva raggiunto il fratello Ellis e gli aveva detto: “Vi voglio bene, dillo anche a papà”. Poi se ne era andata lasciando a casa i documenti di identità.
Di lei non si è saputo più nulla fino a domenica mattina quando un uomo, che stava passeggiando con il suo cane, lungo il torrente Crevada nei pressi della frazione di Sarano, ne ha rinvenuto il corpo.
La procura concederà nella prossime ore il nullaosta per i funerali.
(Foto: web).
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