Appuntamento di geopolitica ieri sera, venerdì 18 marzo, al Palacastanet di Santa Lucia di Piave: l’università delle tre età Unitre insieme al Comune ha organizzato una conferenza per comprendere al meglio la situazione attuale tra Russia e Ucraina e per farlo ha invitato come relatore il Generale di Corpo d’Armata Roberto Bernardini, esperto del settore grazie alla sua esperienza di oltre 43 anni nel campo militare e diplomatico.
Proprio i numerosi impegni diplomatici e relazioni internazionali gli hanno permesso di conoscere meglio le dinamiche che muovono il mondo consentendogli di esprimere un giudizio imparziale.
Oltre ai saluti dell’amministrazione, che con l’assessore Pasquale Pucci ha ricordato che questo è solo l’inizio di una serie di nuove attività culturali che si susseguiranno fino all’estate, è stato il professore Gianni Mazzocco, il quale ha chiesto a Bernardini di esplicitare le cause e le ragioni storico-strategiche dell’attuale situazione geopolitica, con l’obiettivo di raggiungere un livello di informazione tale da capire cosa sta accadendo senza affidarsi a slogan o ideologie.
“Togliamoci ogni dubbio – ha iniziato Bernardini – è accaduto quello che nessuno nel terzo millennio pensava potesse accadere: una potenza nucleare ha invaso un Paese indipendente, pretendendo una sua smilitarizzazione”.
“Il capo del Cremlino ha dichiarato di non avere intenzione di occupare i territori ucraini – ha proseguito il generale – ma la spedizione speciale che ha effettuato per sottrarre le repubbliche popolari separatiste dal controllo ucraino, che dicono essere state sottoposte a genocidio, è proprio il classico casus belli, poiché di fatto si tratta di un’azione illegale“.
“La comunità internazionale è unanime nel condannare questo gesto, ma bisogna dire che la problematica è stata molto sottovalutata, non può essere stata una reale sorpresa” ha continuato.
Bernardini ha affermato infatti che la Russia aveva già lanciato dei segnali chiari rispetto all’annessione di alcune zone: Putin ha reagito molto male alla richiesta dell’Ucraina di entrare nella Nato e nell’Unione europea. Questo perché la nazione si trova suo malgrado in una posizione dove l’influenza russa è troppo grande: le zone limitrofe, quelle tra Europa e Russia, sono cornici di sicurezza molto importanti e con l’annessione dell’Ucraina al sistema occidentale Putin si sarebbe trovato tutto il confine esposto senza filtri a Nato e Unione Europea.
Di fatto l’espansione della Nato a est è sempre stata considerata una minaccia per i confini della Russia, che viene costretta a indietreggiare perdendo influenza su Estonia, Lettonia e Lituania. In più l’Ucraina ha grandi responsabilità poiché si trova a fare da ponte per il passaggio dei gasdotti, oltre ad essere produttore di carbone e a rappresentare il “granaio d’Europa”.
Nel tempo, la proposta di adesione dell’Ucraina divenne sempre più fattibile: ha suscitato grandi aspettative nella nazione e dall’altro lato un grande nervosismo di Putin, che si sentiva umiliato come nazione.
“Di fatto valutando l’entrata dell’Ucraina nella Nato, quest’ultima ha pesantemente disatteso gli accordi con la Russia, perciò le ragioni di Mosca sono state, in un certo senso, legittime” spiega il generale.
“Anche l’adesione all’UE ha il suo peso: portare in Ucraina lo spirito liberale e la democrazia europea significa creare un cavallo di Troia pericolosissimo per la Russia”.
“Insomma – dice Bernardini – tutto quello che sta succedendo ha delle motivazioni che hanno indietro nel tempo, non è una pazzia di Putin, sebbene continui a essere ingiustificabile”.
Ma perché sta succedendo proprio adesso? Come Europa, spiega il generale, stiamo uscendo da una pandemia che ha indebolito anche le relazioni internazionali. Le relazioni e le presenze dell’Europa si sono molto indebolite e Putin ha studiato una tempistica precisa che gli consentisse di non avere conseguenze dirette: in altri tempi avrebbe certamente mobilitato militarmente l’Europa in modo più massiccio. “Putin lo sapeva e ha sfruttato la debolezza della leadership internazionale”.
Putin potrebbe quindi avere la stesso ruolo di Hitler nel voler conquistare il mondo?Secondo Bernardini, Hitler aveva un grande desiderio di rinascita dovuto all’umiliazione post prima Guerra mondiale.
“Al suo contrario, Putin non ha interessi a conquistare il mondo. Vuole che la Russia resti un Paese con un ruolo importante nello scacchiere internazionale, che possa dialogare alla pari con Usa e Cina”.
Il capo del Cremlino ha quattro obiettivi: intende ristabilire il ruolo di grande potenza della Russia, ricreare dei cuscinetti di sicurezza intorno ai suoi confini, evitare contaminazioni occidentali ed essere rispettato come leader mondiale e avere quindi la giusta influenza sulle questioni del mondo.
“Putin a inizio conflitto ha citato subito le armi nucleari come deterrente, intendendo che l’opzione nucleare è già aperta – dice Bernardini -. A mio avviso questo ci mette in una condizione di insicurezza maggiore rispetto al periodo della guerra fredda, perché un’allerta nucleare non si era mai vista all’inizio di quella che doveva essere una “scaramuccia”.
E le sanzioni economiche rappresentano quindi l’unica risposta possibile? Hanno una reale efficacia? Bernardini afferma che la terza guerra mondiale non la vuole combattere nessuno, il problema è che le sanzioni “sono un’arma che fa male più delle armi” perché riportano la fame e le problematiche sociali.
“Sono un’arma lenta: gli Usa non hanno transazioni significative di carattere economico con la Russia e non hanno avuto remore a sanzionarla pesantemente, noi e la Germania invece siamo molto più coinvolti e finisce che le sanzioni ci si ritorcono contro”.
Bernardini, in conclusione, è chiaro: a poco valgono sanzioni e armi, bisogna sfruttare le relazioni diplomatiche. “Senza la diplomazia – afferma – non si conclude nulla”.
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