Alla scoperta della Chiesetta degli Alpini di Milies, di quella degli innamorati a Stramare e della parrocchiale di Santa Lucia

La “Chiesetta degli Alpini”, datata 1875 e dedicata a “S.Maria Ausiliatrice”, è situata nella località montana di Milies, un borgo la cui attrazione turistica è costituita dalla semplicità e dalla posizione appartata.

La chiesetta è stata costruita quasi sicuramente su una preesistente cappella e si è salvata dai bombardamenti della Prima guerra mondiale. Durante il restauro del 2016, promosso da un gruppo spontaneo denominato “Amici di Milies”, all’interno sono stati riportati alla luce degli antichi dipinti sul soffitto e sulle pareti. All’esterno, posta in una nicchia sopra la porta di ingresso, vi è una bellissima statuetta in pietra raffigurante Santa Lucia, che potrebbe risalire al XII secolo.

Quando sentiamo “San Valentino”, subito pensiamo alla festa degli innamorati. Ma non è così: prima di tutto era il Santo protettore di quello che un tempo veniva chiamato “mal caduco” (l’epilessia). Stramare è il più piccolo borgo del comune di Segusino; quando si arriva a Stramare sembra che il tempo si sia fermato ad almeno un secolo fa. Qui tutto è piccolino: le strade, le case, la piazzetta, persino le finestre e le porte delle case. E così pure la chiesa, che ha una particolarità: la navata rotonda ed il presbiterio rettangolare. Le parole del “poeta della montagna” Pino Verri, recentemente scomparso, sanno descrivere al meglio la chiesa:

“Ceseta, perla incastonada

Al Santo dei moros dedicada.

Tonda, cea e bassa

Che n’dar entro anca el ceo se sbasa”

(chiesetta, perla incastonata, dedicata al Santo dei fidanzati. Rotonda, piccola e bassa, per entrare anche una persona piccola si abbassa”).

Cercando tra la documentazione storica, resta impressa una foto dell’interno della chiesa parrocchiale di Santa Lucia scattata alla fine della Prima guerra mondiale: la chiesa distrutta quasi completamente, ma l’antico Altare della Pietà praticamente illeso. La chiesa di Santa Lucia è elencata nella Decima Papale del 1297, ma è citata ancora prima, nel 1259, sul testamento di Guglielmo Guicciardini, il benefattore che ha lasciato i suoi beni per costruire l’ospedale di Valdobbiadene. Fu consacrata il 21 gennaio 1449, ma è stata più volte ristrutturata e ricostruita nel corso dei secoli.

Il Barbarigo, durante la visita pastorale del 1488, la trova già in ristrutturazione. Nel 1855 venne riedificata dalle fondamenta, su progetto di Giuseppe Segusini. Da segnalare l’altare della Madonna, opera in marmorino dello stesso Segusini. Gli altri dipinti sono tutti di recente fattura (XX secolo). Gli ultimi realizzati da Sergio Favotto in occasione del Giubileo del 2000, raffiguranti la Patrona.

(Autore: Giovanna Capretta).
(Video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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