Aperta ieri a Fontigo la mostra dedicata agli zattieri del Piave. Villanova: “Sono una parte importante della storia comunitaria”

Ieri pomeriggio, sabato 21 gennaio, nella sede del CEA MEP (Centro Educazione Ambientale – Museo Media Piave) di Fontigo, si è tenuta l’inaugurazione della mostra “Zattieri – Storia degli zattieri del fiume Piave” che resterà aperta fino al 28 maggio 2023.

“Gli zattieri sono una parte importante della storia della nostra comunità, un patrimonio storico, sociale e culturale del territorio, che è stato recentemente riconosciuto anche Patrimonio culturale dell’Umanità dall’Unesco – ha affermato il sindaco Mirco Villanova -. Un patrimonio che va tenuto vivo nella memoria e trasmesso alle nuove generazioni affinché conoscano quella che è anche la loro storia e ne facciano tesoro per il loro futuro”.

La Fameja dei Zatèr di Codissago, il 12 luglio 1992, organizzò una manifestazione storica rievocativa del lavoro degli Zattieri che consisteva nel ripetere il viaggio che le zattere, partendo dalla Val Belluna e percorrendo il Piave, facevano per raggiungere Venezia. Purtroppo a causa di un tragico incidente avvenuto nei pressi di Passo Barca a Falzè di Piave, Ezio Losso, membro dell’equipaggio di una delle tre zattere, perse la vita.

In occasione del trentesimo anniversario di questo tragico accadimento si è formata l’idea di organizzare, all’interno del CEA-MEP, una mostra che racconti quest’importante attività Veneta del passato, il lavoro degli Zattieri che dal Bellunese trasportavano il legname, ed altre merci, destinate a Venezia sfruttando il fiume Piave.

Il Centro Educazione Ambientale Media Piave è il contenitore vocato al racconto di tradizioni, costumi e attività che hanno costruito la nostra storia e il nostro paesaggio e il suo Comitato di Gestione, con grande entusiasmo, si è attivato per progettare un percorso espositivo, che descriva, sviluppi e renda comprensibili gli argomenti molto affascinanti di questo lavoro.

“Documentarsi per organizzare i contenuti di questa mostra è stata un’esperienza incredibile e coinvolgente che ci ha fatto scoprire un mondo ormai a molti sconosciuto – ha detto l’assessore alla Cultura, Eleonora Antoniazzi -. Ma tante altre sono state le attività che hanno dettato la nostra storia e sviluppo ed è nostro compito trasmetterle. Questo sarà l’inizio di una serie di racconti che coinvolgeranno anche il settore turistico“.

La mostra, allestita con la collaborazione dell’associazione Zattieri del Piave del Comune di Codissago e Zattieri del Brenta del Comune di Valbrenta, è un racconto fotografico, alternato all’esposizione di oggetti utilizzati, che illustrerà le varie fasi di quest’attività, dal taglio del legname, al lavoro delle segherie, alla “smembratura” delle “sache” di nocciolo per legare i vari tronchi, alla realizzazione e utilizzo delle Risine, del Cidolo, della Stua. Spiegherà chi erano e cosa facevano i Menadàs, gli Anghieri rendendo facilmente comprensibile tutto quanto ad essi inerente.

“A cent’anni dal passaggio dell’ultima zattera, questa piccola mostra vuol essere un segnale – ha affermato il conservatore del Museo Media Piave, Massimo Serena – per tenere vivo nella nostra memoria il ricordo di cos’era la Piave e di come si viveva nei territori lambiti dalle sue acque, quando ancora doveva iniziare la frenesia dei tempi moderni”.

Per far meglio comprendere, anche ai visitatori più piccoli, questo tipo di fatica che coinvolgeva gli abitanti di interi paesi, durante la visita al percorso mostra si ascolterà la registrazione di un testo, con voce narrante e nonno che racconta al nipote la storia e le attività degli Zattieri, la sequenza delle lavorazioni e perché venivano eseguite in questo modo. Saranno, inoltre, avviati dei laboratori e la partecipazione alle attività proposte completerà la conoscenza.

In località Passo Barca a Falzè di Piave, frazione del Comune di Sernaglia, si trovava un porto di cambio dove gli Zattieri che partivano da Belluno consegnavano le Zattere agli Zattieri di Ponte di Piave e rientravano a casa a piedi lungo la strada di Praderadego o San Boldo.

Sarà possibile raggiungere questo sito partendo dal CEA-MEP a Fontigo, seguendo un sentiero di collegamento da percorrere in bici, a piedi oppure in auto (strada asfaltata), che porta al Passo Barca di Falzè, dove sono posizionate una “coppola”, parte di zattera a dimensioni reali, e una macina in pietra (merce da queste trasportata) ritrovata nel letto del Piave e recuperata come reperto storico. 

La mostra è aperta il sabato dalle ore 15.30 alle 19.30, domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30, ed inoltre su prenotazione in base a disponibilità ed accordi. Per info segreteria@comune.sernaglia.tv.it 0438 965333.


(Fonte e foto: Comune di Sernaglia).
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