Quando si avvicina il 5 dicembre i bimbi pensano subito a quali regali chiedere nella lettera a San Nicolò, una figura tanto attesa con il suo asinello.
Per i più piccini c’è la tradizione di preparare fuori dalla porta di casa un bicchiere di vino, accompagnato magari da qualche biscotto per il santo, mentre fieno e carote sono per l’asinello che si porta dietro.
In alcuni paesi resta inoltre intatta la tradizione che vuole l’arrivo di San Nicolò in piazza, la sera del 5 dicembre, carico di doni per il gruppetto di bimbi che lo aspetta.
Ma restando in tema, forse non tutti conoscono il legame tra la figura del santo e gli zattieri del Piave, ovvero coloro che dalle zone cadorine trasportarono per secoli il legname verso l’area lagunare.
Un lavoro spesso insidioso, a causa dell’imprevedibilità delle acque e dal potenziale pericolo di essere colpiti da un tronco d’albero: gli zattieri, durante il loro lavoro, potevano affogare o scontrarsi con il periodo di piena del fiume.
Raccogliersi in preghiera nelle varie chiesette lungo il loro percorso, diveniva quindi un momento importante, soprattutto di fronte a uno scampato pericolo.
In questo scenario “entrava in scena” San Nicolò, ritenuto il santo protettore proprio degli zattieri e dei naviganti, come ha raccontato Eleonora Antoniazzi, assessore al Turismo nel Comune di Sernaglia della Battaglia.
“Gli zattieri percorrevano dei tratti a piedi verso il Cadore, costellati da chiesette frutto di una devozione particolare per San Nicolò. Se facciamo attenzione, infatti, lungo quelle zone sono svariate le chiesette dedicate a questo santo e il motivo è proprio questo: era il protettore dei naviganti e degli zattieri – ha raccontato – Lungo questi tragitti, quindi, si fermavano a ringraziare il santo, per il fatto che tutto era andato bene”.
Una storia che verrà raccontata anche il prossimo 9 dicembre a Fontigo, frazione di Sernaglia della Battaglia, dove sarà inaugurata una mostra sulla storia particolare degli zattieri. Luogo dove si trova proprio una chiesa dedicata a San Nicolò, contenente una pala sulla figura del santo: lì l’8 dicembre andrà inoltre in scena la tradizione del suo arrivo per i più piccoli.
Anche a Nervesa della Battaglia, dove si trova un’altra chiesa di San Nicolò, a gennaio ci sarà un appuntamento dedicato al santo e alla sua storia.
“Durante il viaggio, gli zattieri potevano essere soggetti ad aggressioni e, quindi, era importante per loro avere la protezione del santo”, ha aggiunto l’assessore.
Ecco, quindi, svelato il motivo per cui nell’area del Cadore (lungo il corso del Piave) sono svariati gli edifici religiosi, le chiese e cappelle dedicate proprio a San Nicola o San Nicolò.
I corsi d’acqua erano le “strade maestre” per il trasporto dei legnami dalla montagna alla laguna e gli zattieri del Bellunese rientravano a casa a piedi, tra le Prealpi trevigiane e passando per il passo San Boldo.
Una storia che spiega come, dietro a figure come quella di San Nicolò, spesso associate solamente ai bambini, si nascondono altri aspetti sul vissuto delle generazioni passate.
(Foto: Comune di Sernaglia della Battaglia – CEA MEP).
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