L’occasione è stato un recente convegno dell’Istituto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” incentrato sulla presentazione del volume di geopolitica e diplomazia vaticana di Arianna Tomasi, dedicato alla caduta del Muro di Berlino e al ruolo svolto nel suo pontificato da San Giovanni Paolo II.
All’interessante incontro pubblico tenutosi nella biblioteca comunale di Santa Lucia di Piave – al quale hanno partecipato insieme all’autrice del libro, tra gli altri, il delegato vescovile dell’ufficio diocesano per la pastorale sociale, del lavoro e della pace, don Andrea Forest, e il sindaco Fiorenzo Fantinel, moderatore il direttore scientifico IBT Marco Zabotti – ha preso la parola per il suo intervento programmato il pronipote del beato Granzotto, Giovanni Granzotto, operatore culturale del “Beato Toniolo” che risiede anch’egli nella Santa Lucia di Piave paese natale del religioso sepolto a Chiampo.
Proprio Giovanni Granzotto ha illustrato al folto pubblico presente in sala l’inserto fotografico da lui stesso curato di un recente numero del periodico di collegamento “Grotta di Lourdes del Beato Claudio”, stampato a Chiampo, nel quale vengono illustrati i capitelli eretti per la devozione al frate scultore santaluciese.
Egli ha evidenziato il fatto che il sentimento popolare di fiducia e preghiera nel beato Granzotto ha ormai superato da tempo i confini della diocesi di Vittorio Veneto, comunità cristiana di primo riferimento territoriale, come testimonia l’edificazione di un sacello devozionale a Casut di Pordenone. Resta comunque il fatto che proprio la Chiesa di San Tiziano, tra Piave e Livenza, continua a essere il luogo primario e ampio di diffusione del culto del beato Fra’ Claudio: lo raccontano i capitelli costruiti negli anni non solo nella natale Santa Lucia, attraverso l’impegno artistico della concittadina Sonia Tadiotto, ma anche a Crevada di Susegana, per volontà di Ugo Granzotto e fratelli, e a Motta di Livenza, a cura di Emilio Del Bel Belluz, artista Antonio Lippi.
Non mancano neppure a Rugolo, con opera monumentale realizzata dai devoti della frazione di Sarmede, e a Colfrancui di Oderzo, per espressa volontà del parroco un tempo cappellano proprio a Santa Lucia di Piave. Tutti questi piccoli edifici sacri sono citati e documentati nell’inserto predisposto da Giovanni Granzotto.
Si aggiunge il dato che nel santuario campestre di Santa Maria dei Palù (della Fontanella), sempre nell’Opitergino, una statuetta del religioso beato è affissa in una parete, a conferma del convinto sentire popolare. Lo stesso Giovanni Granzotto – che ricorda di inviare foto e descrizione di altri capitelli conosciuti a rivista@santuariochiampo.com – ha evidenziato come l’attenzione alle “Vie dei Santi” rappresenti uno dei motivi principali della “mission” dell’Istituto Diocesano Beato Toniolo, che non a caso ha anche aggiornato di recente la mappa dei volti di santità nel suo pieghevole di presentazione, inserendo le figure del beato Padre Luigi Tezza, del beato Albino Luciani Giovanni Paolo I e del beato Padre Cosma Spessotto.
Chi era il beato Fra’ Claudio Granzotto? “Autentico figlio del Poverello di Assisi, seppe esprimere la contemplazione dell’infinita bellezza divina nell’arte della scultura, di cui era maestro, rendendola strumento privilegiato di apostolato e di evangelizzazione. La sua santità rifulse soprattutto nell’accettazione delle sofferenze e della morte in unione alla croce di Cristo. E’ divenuto così modello per i religiosi nella totale consacrazione di sé all’amore del Signore, per gli artisti nella ricerca della bellezza di Dio, per gli ammalati nell’amorevole adesione al Crocefisso”.
Con queste parole San Giovanni Paolo II ebbe a descrivere in sintesi la lezione di fede e di vita del beato fra’ Claudio Granzotto, nato il 23 agosto 1900 a Santa Lucia di Piave e morto a Padova il 15 agosto 1947. Giovane operaio e soldato, dopo aver conseguito il titolo a pieni voti con lode all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, il professore di scultura Riccardo Granzotto si afferma con le sue pregevoli opere in Italia e all’estero. Sceglie quindi di donarsi totalmente a Dio attraverso la vocazione religiosa indossando il saio francescano, secondo un progetto di vita spirituale per cui Fra’ Claudio affermava che “le sculture possono essere eseguite da altri scultori, mentre la mia anima devo scolpirla da me ad immagine e somiglianza del Signore”.
In particolare, la bellezza dei suoi volti scultorei di Cristo e della Madonna e la realizzazione della monumentale Grotta di Lourdes a Chiampo restano esempi artistici di straordinario valore del francescano santaluciese, sempre dedito alla preghiera, all’adorazione eucaristica, alla carità verso i più poveri, fino alla prematura scomparsa per un tumore inguaribile.
“Mi farò tutto a tutti, aiuterò, consolerò tutti”: in parole essenziali, è il testamento lasciato da Fra’ Claudio attraverso una ricchezza di grazie e una fama di santità che aveva preceduto la sua morte, riconosciuta poi ufficialmente dalla Chiesa il 20 novembre 1994 con la sua proclamazione a beato a Roma in San Pietro.
La memoria liturgica del Beato Granzotto ricorre il 2 settembre, perché proprio in quel giorno del 1900 l’allora Riccardo Vittorio Granzotto venne battezzato nella chiesa arcipretale di Santa Lucia di Piave. Genio artistico e santità personale fuse insieme, dunque, nell’umile frate francescano beato, che come detto affascinano una devozione popolare convinta e diffusa, specie nel suo paese natale e nella comunità di Chiampo dov’è sepolto ed è stata eretta una nuova grande chiesa in suo onore.
(Foto: Istituto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”).
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