Le candele benedette e accese il 2 febbraio: significati e tradizioni della festa della Candelora

La Candelora è una ricorrenza cristiana che viene celebrata il 2 febbraio, chiamata anche della presentazione di Gesù al Tempio e Festa della purificazione della Vergine Maria.

Secondo l’usanza ebraica, infatti, una donna diventata madre doveva andare al Tempio per purificarsi, e il 2 febbraio cade proprio quaranta giorni dopo il 25 dicembre, data della nascita di Gesù. La vicenda è  raccontata dal vangelo di Luca, e popolarmente viene detta “Candelora” perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo luce del mondo come viene chiamato il Bambino Gesù dal vecchio profeta Simeone.

Questa festa chiude le celebrazioni natalizie, e con la profezia di Simeone alla Vergine  si apre il cammino verso la Pasqua. Il Concilio Vaticano II, però, ha manifestato la centralità della figura di Cristo nella celebrazione: lo stesso nome “Cristo”, che significa “luce che illumina le genti”, è legato a questo evento. 

Oltre al fondamento biblico, pare che questa festività abbia anche origini pagane. A febbraio (il 14 in particolare) gli antichi romani celebravano le Lupercali, le feste in onore del dio Fauno (o Luperco) che proteggeva il bestiame dall’attacco dei lupi.

Ad accumunare la festività pagana a quella cristiana è l’uso delle candele: per le Lupercali si facevano grandi fiaccolate. Ma anche l’idea della “purificazione”: lo stesso nome “febbraio”, che deriva da “Februa”, la dea Giunone, è legato anche alla parola “februatio” che significa “espiazione”. I littori passavano per le strade a ritirare farro e sale nelle case prestabilite (anch’esse dette “februe”). Chi non obbediva, racconta Ovidio nei ‘Fasti’, veniva frustato con stringhe di cuoio. In questo consisteva la purificazione. Gli abitanti del Palatino disputavano una corsa vestiti di pelli di animali. Papa Gelasio I abolì, poi, le Lupercali e le sostituì con la Candelora.

Nel VI secolo fu Giustiniano ad anticipare la festività al 2 febbraio, data in cui si continua a festeggiare.   

Anche oggi  le candele benedette in chiesa durante le messe del giorno vengono conservate nelle case e accese in occasione particolari. Infatti, le candele consacrate avevano anche la proprietà di allontanare il maltempo e soprattutto la minaccia della grandine, che era un fenomeno davvero devastante se si pensa che un tempo non esistevano le odierne coperture a proteggere le piantagioni.

La Candelora, collocata a mezzo inverno nel tempo astronomico, coincide nel ciclo agreste/vegetativo con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, e in questo giorno della “theriòla” – “ceriola” si facevano le previsioni circa il tempo nel periodo immediatamente successivo: “Se c’è il sol a la Candelora, de l’inverno semo fora” dice il vecchio adagio, che poi aggiunge “Ma se piove o tira vento, de l’inverno semo dentro”. 

Questo sta a indicare che se nel giorno della Candelora si avrà bel tempo, si dovranno aspettare ancora diverse settimane perché l’inverno finisca e giunga la primavera. Al contrario, se alla Candelora fa brutto, la primavera sta già arrivando.  Si tratta quindi un momento di passaggio, in attesa della bella stagione, e proprio il giorno del 2 febbraio rappresenta una data simbolica e discriminante molto significativa nell’immaginario collettivo.  

l giorno della Candelora è legato anche ad un’altra tradizione piuttosto antica, quella dei giorni della merla, considerati tra i più freddi dell’anno. La Candelora, infatti, coinciderebbe con l’ultimo dei giorni della merla, che si collocano tra fine gennaio e inizio febbraio, e segnerebbe dunque la conclusione del grande freddo. 

Da ricordare che nel territorio Patrimonio dell’Umanità – Unesco delle Coline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, spicca la Festa della Candelora nella comunità di Tarzo, evento della tradizione molto sentito dalla popolazione, in questo 2023 giunta ormai alla sua 32esima edizione. 

(Foto: Archivio Qdpnews.it).
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