Proseguono gli studi archeologici a Tarzo. Recentemente, infatti, la giunta ha stanziato ulteriori 3 mila euro all’associazione Ricerche Fortificazioni Altomedievali. “Si tratta della prosecuzione di un lavoro di ricerca cominciato negli anni scorsi, portato avanti di concerto con l’università di Trento – spiega l’assessore alla cultura, Michela Cesca (nella foto) – E’ stato individuato un sito denominato castello di Corbanese. Qui sono già state eseguite alcune indagini sulle emergenze conservate fuori terra, che ci hanno permesso di ricostruire la sagoma di un insediamento alto medievale”.
Il passo successivo sarà la datazione in radiocarbonio dei campioni prelevati precedentemente. “In questo modo vogliamo datare esattamente i materiali; la ricercatrice dell’università di Trento che segue il progetto, la dottoressa Elisa Possenti, sostiene che nelle vicinanze del sito individuato ve ne sia un altro più antico – entra nel merito Cesca – In questo caso lo studio proseguirà con indagini magnetometriche, che ci permetteranno di verificare o meno la sua presenza”.
Al termine delle indagini si passerà alla fase operativa vera e propria: gli scavi. “Il sito è ben conservato perché ci sono alcuni muri che emergono anche a cinque metri dal suolo – spiega l’assessore – Queste sono tutte fasi propedeutiche alla pianificazione di uno scavo mirato. La dottoressa Possenti dice che il nostro è un territorio ricco di siti del genere. Ora si tratta di dare il via ad un lavoro di più ampio respiro, che coinvolga anche le realtà limitrofi”.
Quanto alle tempistiche è presto per parlarne e molto starà nella disponibilità dell’università. Le iniziative in cantiere per il domani sono molteplici. La volontà dell’amministrazione comunale, in ogni caso, una volta ultimato l’intervento, è quella di valorizzare quanto più possibile la zona. “Questa è la nostra intenzione, anche se dobbiamo ancora capire cosa ci aspetta”, conferma Cesca. “Sarebbe molto bello – ipotizza l’assessore – poter redigere una pubblicazione scientifica, ma anche creare un museo etnografico dove raccogliere adeguatamente i materiali raccolti”.
(Fonte: Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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