L’Associazione Donatori Midollo Osseo (ADMO) di Treviso promuove anche quest’anno l’evento nazionale “Match it Now” dedicato alla donazione del midollo osseo e delle cellule staminali emopoietiche che si terrà dal 17 al 25 settembre, al quale parteciperanno tutte le Associazioni ADMO italiane.
ADMO Treviso ha programmato due giornate “Open Day”, sabato 1 e sabato 8 ottobre, nel Centro Trasfusionale del Ca’ Foncello di Treviso che sarà operativo in via straordinaria per le tipizzazioni dei candidati donatori.
Coloro che rientrano nei requisiti di idoneità (età tra 18 e 35 anni, peso superiore a 50 kg e in buona salute) dovranno preiscriversi nella piattaforma donatori www.admoveneto.it/iscriviti e saranno richiamati dalla segreteria dell’Associazione per concordare l’appuntamento per la tipizzazione.
ADMO Treviso ha sede a Mareno di Piave e opera in tutto il territorio trevigiano per informare e sensibilizzare i giovani tra 18 e 35 anni a diventare potenziali donatori di midollo osseo per salvare la Vita a persone affette da malattie oncoematologiche quali leucemie, linfomi, mielomi e altre malattie rare.
Solo un donatore su 100 mila è compatibile con un paziente in attesa di trapianto, per questo motivo è necessario che sempre più giovani si iscrivano al Registro nazionale dei donatori di midollo osseo per aumentare le possibilità di “match” tra donatore e paziente.
Oltre alle giornate “Open Day”, si può accedere ai Centri Trasfusionali della provincia (Treviso, Conegliano, Vittorio Veneto, Oderzo, Castelfranco Veneto, Montebelluna) in orario di apertura previa preiscrizione in piattaforma.
In Italia ogni anno sono 1.800 le persone in lista d’attesa di un donatore compatibile, e anche nella provincia di Treviso emergono giovani che necessitano di un trapianto di midollo osseo.
“Noi abbiamo la fortuna – racconta Roberta Bozzetto, referente ADMO Treviso – di vedere nostra figlia viva oggi grazie a una persona a noi sconosciuta che si è resa disponibile a donare le cellule staminali del midollo osseo per combattere una malattia rara genetica del sangue. Abbiamo avuto un percorso ospedaliero molto lungo nel quale abbiamo conosciuto bambini e adulti che questa possibilità non l’hanno avuta, perché non è stato trovato un donatore compatibile con loro che fosse iscritto nel Registro italiano dei donatori. Questo ci rammarica molto, perché purtroppo mancano le corrette informazioni e il valore della donazione passa in secondo piano, quando invece dovrebbe essere tra i primi”.
(Fonte e foto: ADMO).
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