Adoces Treviso, il Tg2 Rai “Tutto il bello che c’è” al Ca’ Foncello per raccontare le storie di neomaggiorenni e famiglie che donano due volte

L’intervista a Serena

Giovedì 4 aprile una troupe del TG2 Rai ha raggiunto all’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso l’associazione Adoces Treviso per raccontare nella rubrica “Tutto il bello che c’è”, dedicata alle buone notizie, il progetto pilota della Federazione Italiana Adoces “Nati per donare, cresciamo donando” partito nella Marca da qualche mese. Il progetto, che ha già coinvolto una trentina di ragazzi e ragazze neomaggiorenni, ha l’obiettivo di coinvolgere quei giovani i cui genitori alla loro nascita hanno donato il sangue cordonale ad una banca pubblica, invitandoli a iscriversi come donatori di cellule staminali emopoietiche al Registro dei donatori IBMDR.

L’intervista ad Alice Bandiera

La doppia donazione (sangue cordonale e iscrizione del giovane) è tanto importante perché, con il richiamo, il laboratorio della Banca del sangue cordonale di Treviso, in capo al reparto di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale Ca’ Foncello, può verificare che la sacca crioconservata sia ancora idonea e quindi utilizzabile ai fini del trapianto, riqualificandola per HLA. Non solo, si crea una doppia fonte di staminali utile per le strategie terapeutiche e per nuovi futuri sviluppi nelle cure.

Se la donazione nasce e si coltiva nel contesto familiare – spiega Alice Vendramin, presidente di Adoces Treviso – è più facile che venga interiorizzata dai ragazzi e incontri la loro disponibilità a confermare, una volta raggiunti i 18 anni, la scelta di donare. Questo lo abbiamo riscontrato anche con un altro importante progetto, “Bimbo dona papà dona”, che invita i futuri padri ad iscriversi al Registro contestualmente alla donazione del sangue cordonale effettuata dalla compagna alla nascita del loro bambino”.

Tra le storie raccolte dal TG2 vi è quella di Giovanni, studente all’ultimo anno del liceo scientifico “Leonardo Da Vinci”: una delle sue prime decisioni da maggiorenne, alla fine del 2023, è stata esprimere la disponibilità a donare le cellule staminali emopoietiche (che oggi nel 90% dei casi hanno sostituito il midollo e si ricavano con un prelievo di sangue). Iscrivendosi al Registro dei donatori IBMDR, ha rinnovato l’impegno preso alla sua nascita dai genitori con la donazione del sangue cordonale (altra importante fonte di cellule staminali emopoietiche, cura salvavita per molte forme di leucemie, linfomi e altre malattie del sangue), risultata compatibile per un paziente statunitense in attesa di trapianto nel 2008.

L’intervista a Giovanni

Giovanni è così due volte donatore. La sua storia tuttavia non è l’unica, come lui anche Serena, 25 anni, studentessa di archeologia: pure i suoi genitori alla nascita hanno deciso di donare il sangue cordonale nella speranza che potesse essere d’aiuto per un paziente in attesa di trapianto e, mentre Serena cresceva, le hanno raccontato questo impegno. Anche per lei, dunque, compiuti i 18 anni diventare donatrice di cellule staminali emopoietiche è stata una scelta naturale.

La troupe, oltre ad Alice Vendramin Bandiera, Giovanni e Serena, ha intervistato anche la dottoressa Maria Grazia Salmeri, Dirigente Medico dell’UOC di Ostetricia e Ginecologia e la Dottoressa Arianna Veronesi Direttrice della Medicina Trasfusionale dell’Ospedale di Treviso, che hanno illustrato la procedura della raccolta del sangue cordonale, che avviene in sala parto dopo la nascita del bambino, e sottolineato l’importanza di questa scelta da parte delle coppie e anche dei giovani. La donazione di cellule staminali emopoietiche, infatti, offre una speranza ai pazienti in attesa di trapianto: in Italia, ogni anno, sono circa 1700 i pazienti, con gravi forme di leucemia e altre patologie onco-ematologiche per i quali viene attivata la ricerca per una donazione compatibile per il trapianto.

Per informazioni: dmoric.tv@libero.it. Segreteria Adoces presso Medicina Trasfusionale Ospedale Ca’ Foncello Treviso. Tutte le mattine dalle 9 alle 12.

(Foto: Koinè Comunicazione).
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