Biden nuovo presidente Usa. Màdaro: “Brindano gli amici della Docg, Trump sarebbe andato oltre i dazi”

Treviso Madaro elezioni americane

 

Il democratico Joe Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America ma la sua conquista della Casa Bianca, ottenuta anche grazie alla vittoria in Pennsylvania, come inciderà sullo scenario mondiale?

In un’intervista concessa a Qdpnews.it, Adriano Màdaro, giornalista e sinologo trevigiano, ha voluto commentare la vittoria dei democratici concentrandosi sugli effetti per l’Europa e sul cambiamento dei delicatissimi equilibri internazionali.

Treviso Madaro elezioni americane
Non ho mai pensato che Trump potesse vincere – ha spiegato il sinologo Adriano Màdaro – ma ora la situazione è molto pericolosa all’interno dell’America perché sicuramente una parte di repubblicani, sostenitori di Trump, non accetterà la vittoria di Biden. In questi giorni ho letto che negli stati dell’Ovest, dove Trump ha vinto in larga misura, c’è stata una corsa all’acquisto di armi (circa 5 milioni di americani nuovi detentori di armi). Non parlo di pistole o di qualcosa per il tiro a segno ma di armi da guerra. C’è stato l’assalto a questi grandi supermercati di armi ed è stata una cosa impressionante. Addirittura, compravano le armi i bambini di 7 anni per fare le prove del tiro a segno”.

Una cosa così non è mai accaduta negli Stati Uniti che è il Paese per principio della legalità, una democrazia che è sostanziata dall’essere radicata profondamente nella cultura dell’Occidente. – continua – Gli Usa hanno ambito e continuano ad ambire ad essere la guida del mondo libero, democratico ed evoluto ma in questo caso stiamo precipitando nel baratro. Ci sarà un grosso problema di politica interna e di confronto tra i due grandi partiti americani, i repubblicani da un lato e i democratici dall’altro. Vedremo probabilmente delle giornate molto brutte in America, speriamo non sanguinose”.

In questi giorni in California hanno barricato i negozi e le strade del lusso e del turismo perché le autorità di sicurezza pubblica temono grandi manifestazioni con rotture di vetrine e incendi.

“Secondo il mio punto di vista Biden dovrà affrontare una situazione molto problematica. – prosegue Màdaro – Sarà un presidente sostanzialmente fragile pur essendo una brava persona con una storia personale non eccessivamente brillante anche se in passato è arrivato fino alla vicepresidenza. Credo che Biden possa riprendere un dialogo molto importante con l’Europa, contrariamente a Trump che tendeva a rompere l’unità europea quasi in un accordo non siglato con Putin. La Cina, invece, è per un’Europa unita mentre l’America di Trump era per un’Europa spaccata così come sogna Putin”.

“Per l’Europa la vittoria di Biden è un bene perché inaugurerà una politica di maggiore avvicinamento all’idea di unità europea – aggiunge – senza dimenticare la Nato dalla quale non possiamo prescindere. Trump, invece, voleva addirittura che l’America se ne andasse dalla Nato perché non voleva pagare la tassa del club, una cosa assurda. L’Europa dovrà fare maggior tifo per Biden, incoraggiando anche quella parte di elettorato moderato, democratico e anche più colto di quello di Trump. Per quanto riguarda l’Italia, invece, noi siamo in bilico perché due anni fa, nel 2018, abbiamo firmato con la Cina il famoso progetto di Xi Jinping della Nuova Via della Seta”.

“In quel momento c’era il governo giallo-verde – precisa Màdaro – e Trump ha chiamato immediatamente a Washington Giorgetti della Lega per dirgli ‘Cosa fate?’. Lì non si sa bene cosa sia successo perché poi è cambiato il governo in rosso-giallo. Per l’Italia sicuramente la vittoria di Biden è meglio e infatti mi pare che nelle nostre zone del Valdobbiadenese idealmente abbiano già brindato gli amici del Prosecco Docg perché c’era il pericolo di andare oltre i dazi (vedi l’articolo). Un risultato positivo anche per l’economia italiana daziata dal doganiere Trump che si è comportato nello stesso modo anche con la Cina, scatenando la sua reazione che ha rovinato l’agricoltura americana”.

“Con Biden si andrà meglio un po’ tutti – continua il sinologo trevigiano – mentre la Cina rimane in bilico perché non credo che il nuovo presidente si discosterà di molto dall’obiettivo trumpista-americano di contrapporsi alla sua crescita. Biden lo farà in modo meno violento e in maniera più ragionata ma sicuramente interpreterà quella che è l’America nei confronti della Cina e questo rapporto è stato guastato dai 4 anni di Trump. Infatti, la Cina è arrivata a dire che se gli Usa volevano la guerra lei era pronta per farla. Hanno superato anche la guerra fredda, siamo alla vigilia di una guerra calda che con Trump non si sarebbe fatta perché lui sicuramente ha agito in tanti modi scriteriati anche se alla fine non ha tirato la bomba da nessuna parte e addirittura pensava di avere il Nobel per la pace perché si è incontrato con Kim Jong-un della Corea del Nord”.

Per Màdaro potrebbe esserci maggior feeling con l’esercito americano da parte di Biden rispetto a Trump che voleva essere il “grande comandante supremo” che decideva per tutti.

“Per i cinesi, però, sarebbe stato meglio se fosse stato rieletto Trump – conclude – perché in questi 4 anni hanno avuto modo di conoscerlo bene, di sapere e di anticipare le mosse e addirittura erano i portavoce del Ministero degli Esteri cinese che rispondevano a Trump, mai direttamente Xi Jinping. Quindi lo hanno calcolato come un ragazzaccio che dice le cose, tira una sassata, nasconde la mano ma in realtà poi non si impegna a fare le cose veramente. Lui non voleva fare una guerra sul serio contro la Cina, gli interessava di più avere un primato sull’economia e sulla tecnologia. Era tutta una spinta per avere più business con la Cina cercando di fermarla visto che è così lanciata verso il primato mondiale, di portarle via il ruolo. Io direi che i cinesi non sono contenti di aver perso il loro agente alla Casa Bianca”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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