Centenario dell’assassinio Matteotti, il ricordo nella Marca trevigiana

È con grande soddisfazione che l’associazione culturale Fratelli Rosselli di Treviso ha accolto il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della morte di Giacomo Matteotti per il suo convegno di Treviso del prossimo 10 maggio.

Giacomo Matteotti, nato a Fratta Polesine nel 1885, di famiglia borghese, non esitò ad abbracciare gli ideali socialisti, quelli delle classi più deboli, battendosi sempre per esse: “Il socialismo diviene specialmente con progressivo e saldo sviluppo di nuclei di attività economiche collettive”.

Non esitò a denunciare le malefatte e la corruzione del fascismo. Liberali e cattolici lo bollarono come “socialista impellicciato”, Gramsci lo derise come «pellegrino del nulla», per Togliatti fu un “socialtraditore”, eletto segretario del Partito Socialista Unitario dopo la scissione comunista di Livorno del 1922.

Per Mussolini fu il nemico numero uno. Altri si illudevano di imbrigliare in qualche maniera il fascismo; Matteotti non si illuse, ed il 30 maggio 1924, alla Camera pronunciò un durissimo attacco al regime fascista, contestando i brogli elettorali del 6 aprile. Finito il suo atto d’accusa, ai compagni socialisti disse: “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”.

Matteotti aveva indagato sulla corruzione dei governo fascista, come le tangenti per la concessione petrolifera della Sinclair Oil, ad esempio.

Il 10 giugno Matteotti fu rapito da una squadra fascista agli ordini di Amerigo Dumini a Roma, in Lungotevere Arnaldo da Brescia, e assassinato a colpi di pugnale. Proprio quel giorno Matteotti avrebbe dovuto ritornare, alla Camera, sui brogli elettorali e anche sullo scandalo finanziario che coinvolgeva Arnaldo Mussolini, fratello del duce.

Il cadavere di Matteotti fu ritrovato, nudo, il 16 agosto 1924, un mese dopo l’assassinio. Mussolini, ormai padrone assoluto, si assunse la “responsabilità politica, morale e storica” della vicenda.

Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non la uccidere mai”: è questa la testimonianza, il testamento di Giacomo Matteotti, che l’Associazione culturale Fratelli Rosselli di Treviso intende riproporre con un convegno del 10 maggio prossimo in Sala Tullio Guadagnin a Palazzo Rinaldi di Treviso.

Fino ad ora, le relazioni certe sono quelle di Fabrizio Ferrari (da Giacomo Matteotti, Lungotevere Arnaldo da Brescia, 10 giugno 1923, a Bonaventura Ferrazzutto, Castello di Hartheim, 4 ottobre 1944), Valeria Zagolin (da Anna Kuliscioff a Velia Titta Matteotti), Leonardo Vecchiotti (Matteotti, il socialista incompreso) e Sergio Tazzer (la 1ª Brigata d’assalto Matteotti, Caerano di San Marco dicembre 1943, e la Brigata Matteotti Ferroviaria, tra Venezia e Preganziol).

(Foto: Wikipedia).
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