Il valore complessivo delle esportazioni manifatturiere 2018 della provincia di Treviso vale il 21.7% di quelle complessive del Veneto, assegnando cosi la medaglia d’argento alla Marca.
Le esportazione verso i paesi europei hanno registrato un incremento rispetto ai valori del 2017 pari +3.6 , in linea con il dato regionale e un +4.6 verso i paesi extra Europa, quintuplicando la performance veneta, pari a +0.9%.
Complessivamente le esportazioni manifatturiere venete sono cresciute con un più del 2,5% e superando quota 61 miliardi di euro.
Purtroppo però il ritmo di crescita è meno elevato rispetto alla media del manifatturiero nazionale (+3%) che ha raggiunto i 444 miliardi di euro e, soprattutto, è la metà della crescita dell’Emilia Romagna (+5,2%). I dati sono relativi alla ultima rilevazione dell’Osservatorio di Confartigianato Imprese Veneto su dati Istat.
I dati portano all’evidenza un problema che da tempo è denunciato: il gap infrastrutturale che sta rallentando la nostra regione nei confronti di territori limitrofi come l’Emilia Romagna che, oggi, ha recuperato 2 miliardi di euro di export manifatturiero (tanto era il divario nel 2015), relegandoci al terzo posto della classifica. Rischiamo di essere emarginati del nuovo triangolo dello sviluppo formato da Milano, il nodo emiliano e l’area centrale Veneta.
La competitività delle imprese si alimenta anche con il far viaggiare e mettere in rete competenze e persone.
Devono essere assolutamente ridotti i tempi di viaggio sulla rete ad alta velocità portando ad un ora la tratta Milano – Mestre e, in direzione sud verso Roma, ridurre il tempo di percorrenza sulla tratta Padova – Bologna dagli attuali 59 a 34 minuti. Guardando a nord invece, per garantire all’export veneto la possibilità di accedere velocemente ai valichi alpini del Tarvisio e soprattutto del Brennero, anche in considerazione del prossimo completamento della Superstrada Pedemontana. E’ urgente riprendere la valutazione del prolungamento della A27 (Venezia – Germania) da Pian di Vedoia verso nord.
“Devono essere inoltre considerate due situazioni geopolitiche internazionali al fine di evitare danni enormi per l’internazionalizzazione delle imprese italiane e venete in particolare: la prima riguarda la Brexit la cui incerta evoluzione mette a rischio quasi il 6% dell’export (3 miliardi e mezzo); la seconda riguarda la ‘Via della Seta’ – spiega Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – Deve diventare un’opportunità per noi e non per i cinesi. Dobbiamo assumere decisioni ponderate, dopo aver attentamente studiato e approfondito le questioni, pensando prima ai nostri interessi e a quelli dell’Europa. No ai pregiudizi ideologici, no a inutili barriere (dazi), ma valorizzare la qualità del Made in Italy, soprattutto nel settore manifatturiero della piccola e media impresa introducendo regole di reciprocità e di sviluppo sostenibile, standard di qualità dei prodotti seriamente controllati. Serve un intervento strategico dello Stato italiano ed una governance europea, serve il contributo di tutti”.
(Fonte: Confartigianato Imprese Marca Trevigiana).
(Foto: Freepik).
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