Crac Veneto Banca, per i giudici c’è un responsabile: 4 anni di reclusione in primo grado all’ex ad Vincenzo Consoli

Per il crac di Veneto Banca c’è un responsabile ed è Vincenzo Consoli. Questa la decisione dei giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Treviso che ieri venerdì hanno condannato l’ex amministratore delegato a una pena di 4 anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e sequestro da 221 milioni del suo patrimonio.

Si è chiuso così, in primo grado, il primo filone d’indagine sul fallimento dell’ex Popolare di Montebelluna che vedeva Consoli imputato per ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto, oltre al reato di aggiotaggio prescrittosi durante il processo.

I giudici Umberto Donà, Alberto Fraccalvieri e Carlotta Brusegan, che hanno riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, hanno riconosciuto alle parti civili Banca d’Italia, Consob e circa 600 risparmiatori, una previsionale pari a, rispettivamente, 150 mila euro, 75 mila euro e il 5% delle perdite accusate fino a un massimo di 20 mila euro, oltre al pagamento delle spese legali, rinviando al procedimento civile il risarcimento dei danni.

Sentenza sulla quale pesa la possibile prescrizione delle accuse: il falso in prospetto si prescrive infatti tra pochi giorni mentre per l’ostacolo alla vigilanza il termine scatterà nell’agosto del prossimo anno. Difficile quindi arrivare in tempo al terzo grado di giudizio.

L’ex amministratore delegato, che non era presente alla lettura della sentenza, si sarebbe aspettato un’assoluzione: “Voglio leggere le motivazioni” l’unico commento rilasciato mentre si allontanava dal Palazzo di Giustizia.

Mentre secondo il suo avvocato Ermenegildo Costabile, i giudici con la sentenza avrebbero dato “un colpo al cerchio e uno alla botte con una sanzione irrisoria. L’accusa aveva chiesto sei anni, pena contenuta, ridotti a quattro e quindi al minimo della pena, sulla soglia delle misure detentive. Una sentenza di compromesso che non ci soddisfa. L’ad si aspettava l’assoluzione”.

La difesa ha già annunciato il ricorso in appello. Soddisfazione invece per la Procura di Treviso: “Al di là della pena siamo soddisfatti perché è stata riconosciuta la solidità dell’impianto accusatorio” il commento dei pubblici ministeri Massimo De Bortoli e Gabriella Cama.

Le vicende giudiziarie sul crac di Veneto Banca continuano. Tra una settimana prenderà il via l’udienza preliminare per il secondo filone d’indagine, quello che vede Consoli imputato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa insieme ai manager Mosè Fagiani, Renato Merlo, Andrea Zanatta e Giuseppe Cais. È ancora in fase d’indagine, invece, il filone incentrato sull’accusa più grave per l’ex ad, quella di bancarotta.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Articoli correlati