Domani, giovedì 20 gennaio entrerà in vigore l’obbligo di accesso con Green Pass (almeno il base) nelle attività di servizio alla persona, ovvero saloni di acconciatura, centri estetici, tatoo, etc.
Come vivono la nuova regola gli artigiani titolari di queste attività? Risponde Giacomo Destro, socio titolare di Prima Volta di Roncade e presidente di CNA Acconciatori, e a Raffaella Pozzebon, titolare di Lady Erre di Istrana, e presidente di CNA Estetiste.
“È positivo che chi entra nel nostro Salone possa dimostrare di avere preso delle contromisure contro il contagio: l’obbligo di Green Pass per i nostri clienti è un ulteriore misura per poter lavorare tutti in sicurezza – afferma – Era giusto oltretutto adeguarsi a chi, come ristoranti, bar etc., sono costretti a chiederlo già da un po’. Noi operatori, comunque, siamo tutti e tre vaccinati perciò ci sentiamo già protetti, ma ora avremo una sicurezza in più“.
C’è chi teme che l’obbligo di Green Pass incrementi l’abusivismo…
“Io francamente non credo – risponde Destro – con la pandemia, più di prima, le persone vanno in posti dove la sicurezza per la loro salute è garantita e nei nostri saloni lo è. Devo anche dire che, a parte l’uso di mascherine e la sanificazione costante, per noi non è cambiato molto da prima del Covid: qui l’attenzione alla pulizia e all’igiene era già molto elevata”.
Anche la referente delle estetiste non ritiene che la misura possa danneggiare le attività o incrementare l’abusivismo.
“Il Green Pass obbligatorio per i nostri clienti certamente mi dà l’idea di maggior sicurezza anche se la maggior parte delle mie clienti sono vaccinate e anche se, in due anni, nel nostro centro non c’è stato alcun contagio proprio per le norme di sicurezza che abbiamo implementato. Io nel mio centro mi sento sicura e desidero che anche le mie clienti si sentano tali perciò stiamo volentieri alle regole – racconta Raffaella Pozzebon, estetista – Non temo di perdere clienti per questa nuova misura, semmai in questo momento le clienti disdicono gli appuntamenti all’ultimo perché sono costrette a stare in quarantena o perché malate o perché hanno avuto un contatto stretto con un “positivo”. Speriamo che questa storia finisca quanto prima”.
Può sembrare strano ma nessuna di queste attività si lamenta per il calo di fatturato rispetto ai tempi pre Covid. Anzi.
“È vero una parte dei nostri colleghi ha avuto un calo di fatturato, noi no, anzi – racconta Destro – Me lo spiego con il fatto che abbiamo investito molto in formazione per offrire sempre il meglio ai nostri clienti e anche in una gestione imprenditoriale dell’attività, con un attenta analisi dei costi e dei guadagni. Del resto, lavoravamo anche prima su appuntamento scaglionando i clienti, quindi non abbiamo subito un cambio nelle nostre modalità operative”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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