Debacle Lega, parla Conte: “Servono meno slogan e più fatti: quello che facciamo noi sindaci. Senza autonomia non ha senso la nascita del governo”

Facciamo un salto indietro nel tempo di qualche giorno: domenica sera, K3 sede provinciale della Lega, subito dopo la chiusura delle urne. Nonostante la Marca sia da sempre una delle roccaforti del Carroccio, già dai primi exit poll si capisce che la serata non è una delle più rosee. 

Fratelli d’Italia spodesta la Lega in provincia così come nel resto del Paese. Certo che le percentuali non fossero più quelle di qualche anno fa lo si sapeva, ma nessuno si aspettava che il partito di Salvini non arrivasse neppure al 10% (in Veneto la percentuale è leggermente più alta), così fin da subito si cercano i motivi di questa debacle: c’è chi li attribuisce a Salvini, chi al fatto che Fratelli d’Italia abbia giovato dello stare all’opposizione del governo Draghi e chi ancora (i più nostalgici) allo smarrimento dell’ideale riassunto nello slogan “Prima il Nord”.

La Politica, si sa, è un continuo saliscendi. Basti pensare che Matteo Salvini aveva preso in mano una Lega che viaggiava attorno al 3% portandola al 34 alle europee, prima della “caduta” di qualche giorno fa.

“Si riparte dal buon governo dei sindaci e da una percentuale comunque ‘incoraggiante’ – analizza il sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto Mario Conte, ricordando appunto la percentuale del suo partito prima dell’arrivo del “capitano” – certamente quello di quest’anno è un dato che fa riflettere ma possiamo guardare al futuro con entusiasmo”. 

Anche se quella di domenica è stata una tornata elettorale “deludente”, usando le parole di Conte, e che ha visto la Lega “penalizzata con un travaso di voti nel contenitore di Fratelli d’Italia che è un partito che ha scelto di stare all’opposizione”, il primo cittadino del capoluogo della Marca “suona la carica” evitando qualsiasi tipo di polemica: “È ovvio che tutto ora dipende da noi. Bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare e recuperare la credibilità. Servono meno slogan e più fatti: esattamente quello che fanno i sindaci”.

I sindaci appunto, di cui Mario Conte è rappresentante per il Veneto nell’associazione nazionale Comuni Italiani, e che in questo periodo storico si trovano “nella stessa situazione dei buoni padri e delle buone madri di famiglia, che devono fare tornare i conti dei bilanci famigliari. Siamo in forte sofferenza e sono a rischio i servizi essenziali – spiega Conte – e quindi chiediamo maggiori risorse, la sburocratizzazione e soprattutto che ci vengano stanziati quei fondi per portar dar risposte e progettare il futuro delle nostre comunità. Chiediamo di ascoltare gli amministratori locali tanto quanto i nostri cittadini perché oggi dobbiamo tornare a mettere al centro della politica la persona, che oggi è rappresentata dai sindaci”.

E l’autonomia? “L’autonomia ovviamente è una condizione indiscutibile per quanto riguarda il Veneto – conclude Conte -. Io credo che senza autonomia non abbia nemmeno senso che nasca il nuovo governo. L’autonomia per tutte le regioni d’Italia significa maggiore responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche e del denaro dei nostri cittadini. Più responsabilità significa investimenti migliori e una politica più efficace”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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