“Disoccupati” per avere il Reddito di cittadinanza, ma vendevano auto (anche dai domiciliari). L’indagine porta alla luce allacciamenti abusivi all’Enel

Sotto casa dell’ex nonostante il divieto di avvicinamento: arrestato 41enne

A conclusione di un’articolata attività di indagine che ha avuto come oggetto l’erogazione del reddito di cittadinanza a favore di alcun famiglie non residenti a Treviso e provincia, sono state accertate diverse posizioni di indebita percezione del sussidio in parola, ottenuto con dichiarazioni mendaci inerenti la residenza, la reale composizione del numero del nucleo familiare, l’attività lavorativa svolta e l’effettiva disponibilità di mezzi di sostentamento con un danno stimato per l’INPS di circa 150 mila euro.

Tra le altre cose è stato accertato che due degli indagati, padre e figlio, dichiaratisi disoccupati e nullatenenti, avevano in realtà svolto attività di commercio di autovetture, vendendo in circa quattro anno ben 159 veicoli e ottenendo un appartamento ater a canone simbolico in virtù del reddito dichiarato.

Stessa scoperta è stata fatta per un altro indagato, dichiaratosi anch’esso disoccupato e nullatenente che, in circa tre anni, aveva venduto e comprato ben 67 veicoli, peraltro svolgendo tale attività mentre era agli arresti domiciliari.

Nel corso dell’indagine sono state scoperte alcune anomalie nei consumi delle utenze domestiche: tra le altre cose è stato acclarato che venivano emesse da anni fatture per importi medi di poche decine di euro a bimestre a fronte di un servizio di fornitura di energia elettrica fruito da 16 dimoranti nello stesso sito.

Per tale ragione, le perquisizioni domiciliari disposte dall’Autorità Giudiziaria nelle abitazioni degli indagati sono state effettuate anche con l’ausilio di personale tecnico Enel ed è stato cosi accertato che cinque unità abitative presenti in un unico sito rom di Treviso e occupate da altrettante famiglie erano tutte abusivamente allacciate alla rete elettrica da circa 10 anni, con un danno stimato per l’Enel di diverse decine di migliaia di euro.

Le posizioni di indebita percezione di RDC sono state subito comunicate all’INPS, che ha disposto l’immediata revoca del beneficio.

Gli allacci abusivi alla rete elettrica sono stati rimossi da personale tecnico con messa in sicurezza degli ambienti.

Nell’ambito dell’intera attività di indagine sono stati complessivamente denunciate:

  • 13 persone per indebita percezione del reddito di cittadinanza;
  • 10 persone per concorso in furto aggravato e continuato di energia elettrica:
  • 11 persone per false attestazioni a pubblico ufficiale in relazione alle dichiarazioni mendaci inerenti le effettive residenze e la reale composizione dei nuclei famigliari;
  • 1 persona per sostituzione di persona.

Nei giorni scorsi è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a tutti gli indagati.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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