È morto Pierre Cardin, il celeberrimo stilista trevigiano che scommetteva sul futuro e non dimenticava le sue origini

È morto, all’età di 98 anni, Pierre Cardin (nella foto), celeberrimo stilista naturalizzato francese e originario del trevigiano.

Cardin era nato infatti il 2 luglio 1922 a Sant’Andrea di Barbarana, frazione di San Biagio di Callata, da una famiglia di proprietari terrieri finiti sul lastrico dopo la prima guerra mondiale.

Proprio questa situazione spinse la famiglia al trasferimento in Francia quando il piccolo Pietro aveva solo due anni: qui il futuro stilista divenne Pierre e lo stesso cognome subì la nota mutazione fonetica divenuta quasi un simbolo di “francesizzazione”

Ma il destino di Pierre Cardin era quello di raggiungere Parigi e lasciare un segno indelebile nel mondo dell’alta moda: appena adolescente apprese il mestiere di sarto a Vichy, venticinquenne divenne capo della sartoria di Christian Dior nella capitale francese e prima dei trent’anni, nel 1950, fondò la propria casa di moda.

Talento visionario, capace di influenzare il gusto della società del secondo Novecento, Cardin è diventato uno stilista leggendario soprattutto per alcune intuizioni che guardavano al futuro: la sperimentazione dell’estetica “spaziale” che lo portò a esplorare linee d’avanguardia, il lavoro pionieristico sull’abbigliamento unisex e, per quanto riguarda il mercato, la scommessa sul prêt-à-porter, ovvero sulla vendita di abiti preconfezionati in taglie standard a cui ora si sono adeguate tutte le case d’alta moda.

Cardin era riuscito, in un suo modo tutto peculiare, a essere un mediatore tra la cultura francese che respirava e quella italiana che gli correva nelle vene: esemplare del suo modo di essere il fatto che possedesse sia il castello di Lacoste, un tempo abitato dal Marchese de Sade, e il palazzo Ca’ Bragadin a Venezia, dove Casanova trovò rifugio dopo la mitica fuga dai Piombi di Palazzo Ducale.

Questo non è l’unico investimento nel nostro territorio che si ricorda nella vita di Cardin: celebre la polemica che lo vide protagonista a inizio dello scorso decennio per il progetto di una torre avveniristica per rilanciare l’area di Marghera, idea mai realizzata e contro cui si alzò una levata di scudi da parte di molti intellettuali italiani.

Ma c’è anche un sorso di prosecco nella storia dell’intenso rapporto tra Cardin e la sua terra d’origine: proprietario della catena di ristoranti Maxim’s, nell’estate del 2000 lo stilista strinse un accordo con la ditta Aneri di Valdobbiadene per la distribuzione del vino delle nostre colline nelle terre dello champagne.

Giancarlo Aneri all’epoca commentò auspicando un effetto “prêt-à-porter” sulla vendita del prosecco nel mondo, e alla fine qualcosa del genere si realizzò: quattordici anni dopo le vendite del nostro vino nel mondo avrebbero superato per la prima volta quelle dello champagne, aprendo definitivamente la strada al riconoscimento Unesco.

“Il Veneto piange un genio, un creativo eccezionale, che aveva saputo elevarsi nell’olimpo della moda soltanto con la propria arte, partendo dal nulla”, è stato il commento del governatore Luca Zaia.

Cardin è stato premiato nel 2012 con il prestigioso Leone, riconoscimento conferito dal Consiglio regionale del Veneto.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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