Riconsiderare le nuove modalità di gestione delle acquisizioni di crediti legati ai bonus edilizia. Lo chiede Confartigianato a seguito della rilevazione delle pesanti difficoltà riscontrate dagli imprenditori a fronte del cambiamento repentino e radicale delle policy aziendali adottate da Poste, situazione peraltro replicata anche da molti istituti di credito sul territorio.
Il presidente di Confartigianato Servizi Oderzo Motta Srl e della comunità termoidraulici di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana Antonio Tolotto (nella foto) porta all’evidenza le ripercussioni negative per le imprese derivanti dalla decisione di Poste di abbassare il plafond di crediti cedibili ad un massimo di 150 mila euro, a fronte dei precedenti 500 mila, e di accettare soltanto le prime cessioni di crediti. Considerato che anche altri istituti di credito hanno adottato analoghe politiche restrittive, la situazione per le imprese risulta ulteriormente deteriorata.
In questo nuovo contesto, alle imprese risulta impossibile rivolgersi ad altri intermediari e risulta peraltro significativamente allungato il periodo di evasione delle pratiche che giungono a buon fine. Il risultato è che oggi una drammatica crisi di liquidità sta investendo le aziende che rischiano di veder compromessa la propria stabilità.
Il nuovo assetto del mercato dei crediti, che sta coinvolgendo le imprese afferenti al sistema casa, si aggiunge all’incertezza determinata dai recenti interventi normativi in tema di bonus. Pur disponendo di ingenti crediti fiscali, le imprese che non riescono a smobilizzarli devono fronteggiare criticità anche nei pagamenti di fornitori e dipendenti.
Confartigianato chiede che venga rivisto questo restrittivo approccio in merito alla gestione del crediti fiscali e che si istituiscano rapide procedure di verifica e controllo, al fine di realizzare un sistema che metta al riparo imprese e intermediari dai rischi connessi a possibili truffe.
La preoccupazione è che possano attivarsi sul territorio soggetti finanziatori che operano al di fuori del circuito legale con l’inevitabile insorgenza di fenomeni di riciclaggio e usura.
Tale timore trova conferma nelle molte richieste di sostegno pervenute dalle imprese all’Associazione circa le menzionate difficoltà finanziarie.
Al netto di un ripensamento sulla limitativa regola delle due cessioni, che non sembra realisticamente probabile, si rende necessaria una proroga di almeno due mesi del termine entro il quale esprimere l’opzione per il trasferimento del credito, perché diversamente sarà inevitabile per alcune imprese dover attingere a un finanziamento bancario di pari durata per poter riequilibrare la liquidità, con conseguenti oneri finanziari aggiuntivi.
(Fonte e foto: Confartigianato Imprese Marca Trevigiana).
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