Elezioni politiche, il sondaggio sul “sentiment” dei piccoli imprenditori trevigiani. Bernardi: “Priorità del nuovo Governo dovrà essere il Ddl Autonomia”

Nessun passo indietro su PNRR e riforme di fisco, giustizia e appalti, aiuti straordinari per energia e materie prime, bocciatura invece per la fine anticipata della legislatura. Sono queste le tendenze rilevate da un sondaggio condotto da Confartigianato Imprese Veneto (realizzato dal 6 al 9 settembre con il sistema Cati) che mette in chiaro le necessità delle piccole imprese trevigiane. Presi in esame gli interventi maggiormente richiesti ma anche il sentiment degli imprenditori rispetto a quanto successo di recente.

Due terzi degli intervistati, in linea con quanto rilevato a livello regione, ritiene un errore la fine anticipata della legislatura, valutazione che viene confermata dal fatto che il 64.4% ritiene assolutamente necessario, nell’interesse del Paese, nessun passo indietro su PNRR e riforme del fisco, della giustizia e degli appalti. Anche l’adesione alla NATO e la vocazione europeista viene indicata come priorità da oltre due imprenditori su dieci. In riferimento alla legge elettorale, il 48% ha approvato la riduzione del numero dei parlamentari. Bocciata, invece, la scelta dei candidati ritenuti dal 60% poco rappresentativi e sconosciuti. Difficile anche capire chi verrà veramente eletto (26%).

“La nostra richiesta è semplice – sottolinea Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana -. La politica deve riportare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale. La priorità del nuovo Governo deve essere il disegno di legge sull’autonomia, elaborato dal ministro Mariastella Gelmini. L’autonomia territoriale va vista come ‘metodo’ di responsabilizzazione della ‘governance sociale’ nell’uso delle risorse umane, ambientali ed economiche. Il Paese lo deve a tutti coloro che hanno perso ormai ogni speranza dopo cinque anni dal referendum”.

Nella classifica dei primi tre provvedimenti da prendere nei primi 100 giorni di Governo ci sono: la riduzione della pressione fiscale (68.5%), del costo dell’energia (63%) e delle materie prime (46.6%).

“Nel nostro Paese – fa notare Bernardi – persiste un’elevata pressione fiscale. Il confronto internazionale evidenzia che per quest’anno il carico fiscale previsto è pari al 43,3% del PIL, superiore di 1,8 punti al 41,5% della media dell’Eurozona. Chiediamo inoltre di ridurre il ‘peso percepito delle imposte’ da imprese e professionisti, a causa dell’attuale sistema di pagamento dei saldi e degli acconti”.

L’imposizione di un “price cap” a livello UE e il sostegno agli investimenti in energie rinnovabili, come pannelli e comunità energetiche, sono le due richieste sollecitate dal 54,8% degli intervistati. Al terzo posto l’azzeramento degli oneri di sistema (30,1%).

“Abbiamo apprezzato lo sforzo messo in campo in questo periodo – dice il presidente – ma è veramente poca cosa. Serve prevedere un credito d’imposta reale del 50%, ma calcolato su tutto il 2022, e non da applicare per i conteggi al solo periodo primaverile dove i consumi del gas sono in buona parte delle imprese molto bassi ed intervenire sulla composizione tariffaria con una misura strutturale di riduzione degli oneri generali in bolletta e il loro finanziamento mediante altre forme di gettito”.

Sempre in tema di risparmio energetico, il 57,5% ha messo in preventivo di utilizzare meno illuminazione, aria condizionata e riscaldamento e due su dieci un indebitamento con le banche. Ma uno su cinque ritiene che non ci saranno conseguenze. Sulla situazione economica dei prossimi mesi per la provincia di Treviso i piccoli imprenditori non sono ottimisti: il 56% prevede un leggero peggioramento o nella migliore delle ipotesi il mantenimento dello status quo, mentre per il 28,8% si assisterà ad un aggravarsi della situazione.

Quando si parla della loro azienda, il 46% ipotizza un leggero miglioramento o un mantenimento positivo dell’attuale situazione, mentre il 42% si posiziona all’opposto. Solo il 5.5% teme un considerevole aggravamento.

“Nella programmazione dell’economia – conclude Oscar Bernardi – la politica non può essere autoreferenziale. Occorre recuperare la capacità di ascolto, altrimenti si rischiano leggi inapplicabili, norme che non servono a nulla, declamate come se fossero soluzioni”.

(Fonte e foto: Confartigianato Imprese Marca Trevigiana).
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