Ennesima aggressione a un conducente Mom: Colladon “Presentata denuncia in Procura, c’è un problema di ordine pubblico”

Un fermo immagine dell'aggressione all'autista Mom
Un fermo immagine dell’aggressione all’autista Mom

“Stiamo presentando la denuncia in procura, e ho chiesto un incontro con il questore e il prefetto. È evidente che esiste un problema di ordine pubblico sempre più difficile da gestire”.

È dura la reazione di Giacomo Colladon, presidente di Mom, alla luce dell’ennesima aggressione ai danni di un conducente avvenuta sabato scorso a Treviso, all’autostazione Mom sul Lugosile Mattei, in un mezzo della linea 120 in partenza per Vittorio Veneto.

Il motivo? Dei più banali. Un ragazzo si è visto rifiutare il biglietto (palesemente falso) e invece di scendere dal mezzo si è scagliato contro l’autista prima con insulti e poi passando alle mani, spalleggiato da una trentina di coetanei. Il video dell’aggressione è circolato anche sui social: “Treviso come una giungla“, scrive un utente. 

“I nostri conducenti sono anche controllori – prosegue Colladon – e questo li rende soggetti ad aggressioni sempre più frequenti. È inaccettabile. Le forze dell’ordine in questi casi intervengono sempre con prontezza ma non è sufficiente, bisogna fare di più. Per questo ho allertato il questore e il prefetto che hanno la responsabilità dell’ordine pubblico, a breve ci sarà un tavolo di confronto. Mi sto confrontando anche con le amministrazioni comunali e i Carabinieri, specie nei comuni dove le aggressioni sono più frequenti”. 

In merito al fatto di sabato scorso Colladon spiega che “le forze dell’ordine hanno identificato la persona che ha aggredito il conducente, e anche una parte dei trenta ragazzi che hanno dato man forte al coetaneo”. 

Quello avvenuto a Treviso non è un fatto isolato – conferma Paolo Minet, vicesegretario di Faisa Cisal – . Questi episodi sono ormai all’ordine del giorno, ho saputo di colleghi che si sono presi un pugno per una frenata brusca. Riconosco che Mom è un’azienda di trasporti, non può certo occuparsi di ordine pubblico o prevedere tali episodi. Tuttavia – prosegue Minet – alcuni dispositivi come il panic button, una protezione dell’abitacolo e delle telecamere a bordo possono fare la differenza. Il problema è che solo i mezzi nuovi sono dotati di questi strumenti”. 

Alle parole del sindacalista risponde lo stesso presidente Mom. “Il Panic button se premuto attiva le telecamere e allerta le forze dell’ordine che possono visionare in tempo reale cosa accade all’interno del mezzo. Stiamo dotando tutti i veicoli di nuova generazione di questo dispositivo di sicurezza, ma è vero, ci vuole tempo per equipaggiarli tutti considerando che il nostro parco mezzi dispone di circa 480 unità”.

“L’abitacolo blindato non è una soluzione al momento, i conducenti non potrebbero controllare i titoli di viaggio. – conclude – La via giusta è dialogare con chi si occupa di ordine pubblico per mettere in sicurezza i nostri autisti che sono in prima linea. Ai protagonisti del fattaccio di sabato dico che non vanno solo redarguiti ma perseguiti penalmente”. 

(Foto: per concessione di un lettore).
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