Il 1° novembre scorso, a seguito di un furto in abitazione di proprietà di un 38enne a Casale sul Sile dove era stata trafugata una cassaforte, successivamente ritrovata, contenente numerosi monili in oro e pietre preziose e denaro contante, per quasi 20 mila euro di valore, i Carabinieri della Compagnia di Treviso arrestarono in flagranza di reato tre persone (un 43enne albanese, un ventenne di origini kosovare e un 49enne italiano), trovati in possesso di un’ingente refurtiva, verosimile provento, oltre che del furto citato, anche di altre “razzìe” nella Marca trevigiana.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Treviso, nei giorni successivi all’arresto convalidato del trio, dispose per tutti l’applicazione di misure cautelari, la più grave delle quali – la custodia cautelare in carcere – per il 43enne che, utilizzando svariati alias con il chiaro intento di rendere difficile la sua identificazione da parte delle Forze di Polizia, si sarebbe già reso responsabile in passato di reati contro il patrimonio, dimostrando secondo gli inquirenti un’elevatissima spregiudicatezza combinata a riconosciuta professionalità delinquenziale (anche al momento del suo arresto, sullo straniero pendeva un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica trevigiana, dovendo lo stesso scontare un residuo pena di 8 mesi di reclusione a seguito di condanna per tentato furto in abitazione).
Nei giorni scorsi il Tribunale di Treviso ha emesso una prima sentenza in relazione alla vicenda citata: lo straniero è stato, nella circostanza, dichiarato responsabile dei reati a lui ascritti, venendo condannato alla pena di 6 anni di reclusione e 2.400 euro di multa.
(Foto: Carabinieri Treviso)
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