Giornata di mobilitazione nazionale degli insegnanti precari: nel pomeriggio una delegazione dal Prefetto di Treviso

#rendiamostabileillavoro #rendiamosicurelescuole: sono questi gli slogan della Giornata di mobilitazione nazionale degli insegnanti precari in corso nella giornata di oggi, mercoledì 14 ottobre.

Anche in Provincia di Treviso gli insegnanti stanno protestando contro una ripresa della scuola mai difficile come quest’anno e contro un concorso straordinario per il ruolo avviato pur in uno stato d’emergenza che rimarrà in essere almeno fino al 31 gennaio 2021.

Oggi pomeriggio, alle 16, una delegazione di insegnanti sarà accolta dal Prefetto di Treviso, Maria Rosaria Laganà, mentre alle 15.30 i rappresentanti sindacali incontreranno la stampa in piazza dei Signori per spiegare le ragioni della mobilitazione. La richiesta che sarà portata all’attenzione del Prefetto è precisa: un piano di stabilizzazioni attraverso procedure concorsuali straordinarie.

“Oggi – spiegano i rappresentanti territoriali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams – il lavoro nelle scuole poggia anche sul 30% di organico occupato da lavoratrici e lavoratori precari che operano con professionalità e serietà, rispetto ai quali si è abusato del ricorso al contratto a termine senza mai offrire loro alcuna possibilità di abilitazione o di stabilizzazione“.

Ma il focus centrale dell’incontro con la Laganà sarà in concorso straordinario in programma dalla prossima settimana fino a metà novembre. “Avviare in un contesto di emergenza igienico-sanitaria lo svolgimento delle prove del concorso straordinario (e a seguire un maxi-concorso con oltre 500 mila candidati) – affermano i sindacati – non produce alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre espone la scuola e il personale coinvolto a due ordini di rischi: un possibile aumento dei contagi nelle scuole e la possibilità che molti precari, trovandosi eventualmente in situazione di contagio o di quarantena come effetto del lavoro che svolgono e che li espone a tali condizioni, siano esclusi dalla partecipazione al concorso. Si tratta di un’evenienza inaccettabile, che vanificherebbe per ragioni certamente non imputabili al personale, il lavoro di diversi anni”.

“Vi è poi da chiedersi – proseguono i rappresentanti sindacali – se sia opportuno sottrarre alle scuole appena ripartite 66 mila docenti per almeno due giorni, con l’incremento che ne discende, inoltre, dei flussi di mobilità sul territorio per quanti potrebbero partecipare alle prove in regione diversa da quella di servizio”.

È necessario che Governo e Parlamento – sottolineano – promuovano un più complessivo ripensamento su una procedura che, se nell’immediato si rivela unicamente un fattore di ulteriore stress per le scuole, meriterebbe comunque di essere riconsiderata alla luce di quanto avvenuto anche in altri settori della pubblica amministrazione, mettendo in atto percorsi di stabilizzazione per titoli e prova orale che consentirebbero di garantire l’assunzione in forma stabile di quei precari già oggi impegnati in cattedra“.

Sono quindi tre le proposte avanzate dai sindacati della scuola: stabilizzare tramite una prova orale e la valutazione dei titoli i docenti con tre anni di servizio, stabilizzare tramite prova orale i docenti specializzati del sostegno, garantendo così la continuità didattica agli alunni con disabilità, avviare dei percorsi abilitanti a regime per tutti e in particolare per i docenti con tre anni di servizio.

(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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