I baby vandali al lavoro negli orti e in mezzo al verde contro la noia 

Il sindaco di Carbonera Federica Ortolan

Dopo i fatti delle scorse settimane in cui un gruppo di giovani aveva devastato i bagni del cimitero di Mignagola e danneggiato alcuni lampioncini d’ingresso di alcune abitazioni, il sindaco di Carbonera Federica Ortolan, assieme alla cooperativa Alternativa Ambiente e in accordo con i genitori dei giovani, ha deciso che questi ragazzi dovranno intraprendere un percorso “contro la noia” che molto spesso spinge gli adolescenti a compiere questi atti vandalici. 

“I ragazzi protagonisti di questi atti vandalici compiuti per noia – commenta il primo cittadino – svolgeranno alcune attività nella sede della cooperativa per imparare a lavorare nell’orto e in altri ambiti propri della cooperativa”. 

Il progetto introdotto a Carbonera vuole essere un deterrente contro la noia di questi ragazzi ma anche un modo “per insegnare il valore del denaro e del lavoro” continua Ortolan. 

 Si tratta di percorsi psicoeducativi in contrasto all’abbandono scolastico e alla devianza minorile, che dopo la conoscenza del minore e della sua famiglia, si struttureranno in percorsi personalizzati che prevedono lo svolgimento di attività nell’ambito dell’agricoltura e del verde, nel quale il minore è affiancato da una figura educativa e operativa di riferimento e viene monitorato da un’equipe multisciplinare. 

Le attività avranno anche un riconoscimento economico simbolico all’adolescente, sulla base di frequenza e del raggiungimento degli obiettivi, come rinforzo educativo per il consolidamento del percorso. I diversi percorsi saranno costantemente monitorati dall’equipe multidisciplinare della cooperativa e verranno condivisi con il Comune, il consultorio, il Servizio dipendenze e le Forze dell’Ordine.  

Oltre che essere un progetto che potrebbe essere replicato anche in altri comuni dove sempre più spesso si stanno verificando fatti analoghi, il tutto è stato possibile grazie alla collaborazione con i genitori dei ragazzi coinvolti. 

“Le famiglie hanno dato mandato ai servizi sociali di trovare una soluzione educativa e anche loro sono concordi nell’accompagnare i ragazzi in questa nuova esperienza – conclude Ortolan – il progetto sarà sottoposto alla Prefettura e al tribunale dei minori (nel caso non abbiano ancora compiuto 18 anni ndr) ma il successo si basa principalmente sulla collaborazione tra le famiglie e l’amministrazione“.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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