I Vigili del fuoco salvano una ragazza in difficoltà su un tetto. La testimonianza del caposquadra

Il caposquadra Paolo Martinello

In genere, il Comando dei Vigili del Fuoco non dà comunicazione di casi come quello avvenuto ieri mattina, poco prima dell’alba di mercoledì 3 aprile, a Volpago del Montello, in una casa privata: si limitano a intervenire e risolverlo il più velocemente possibile, per cercare di mettere in sicurezza le persone che si sono trovate in difficoltà, proteggendole in un certo senso anche a evento concluso. Quest’eccezione può servire per far comprendere quanto sia complesso il lavoro e la vita interiore di un soccorritore, anche il più esperto e formato, quando si trova davanti a una situazione di fragilità.

Erano le 5.42, poco prima dell’alba, quando al distaccamento dei Vigili del fuoco di Montebelluna è arrivata una chiamata: un cittadino chiedeva aiuto per una giovane donna in evidente stato di difficoltà, in una situazione pericolosa, sul tetto di un’abitazione, a un solo movimento dal baratro.

Il caposquadra di turno, Paolo Martinello, solitamente in servizio al Comando di Treviso ma in sostituzione di un collega, ha raggiunto l’abitazione segnalata con altri quattro pompieri. A supporto, i Vigili del fuoco hanno chiamato l’autoscala da Treviso, altre due unità e sul posto era già presente un’equipe medica del Suem.

“Quando sei caposquadra, mentre ti rechi al luogo dell’intervento solitamente programmi in anticipo le manovre, ma quando siamo arrivati ci siamo accorti che l’autoscala non sarebbe mai riuscita a raggiungere quel tetto, perché la strada era troppo impervia – spiega Martinello, emozionato per l’intervista che, nonostante i suoi 27 anni di servizio, non è ancora abituato a rilasciare, – Noi Vigili del Fuoco sappiamo che dobbiamo essere sempre camaleontici, modificando l’intervento a seconda delle situazioni, cambiando in corsa la strategia: grazie alla collaborazione di tutta la mia squadra, abbiamo provveduto a raggiungere subito la falda opposta del tetto, preparare degli ancoraggi e programmare una nuova manovra di recupero in due fasi”.

Due pompieri, di cui una donna, muniti di specializzazione SAF (Soccorso alpino fluviale), hanno indossato gli imbraghi e si sono calati fino a raggiungere la persona in difficoltà, accompagnandola a terra in sicurezza.

“La professionalità della mia squadra ha permesso che tutto ciò avvenisse in completa sicurezza, il che per noi è fondamentale – ha aggiunto Martinello che, qualificato USAR (Search and Rescue), ha lavorato in diversi scenari da Genova ad Argenta – In questi 27 anni di carriera posso dire che ho imparato a mantenere il sangue freddo, però in quest’occasione ero teso come una corda di violino perché dovevo occuparmi della squadra e della giovane allo stesso tempo. La gente si aspetta che, quando arrivi, risolvi tutto in quattro e quattr’otto, ma non è mai così. Quando tutto è finito per il meglio, quando si recupera una persona in difficoltà, per un vigile del fuoco è una gioia immensa: credo che a livello di emozione equivalga a più di centomila interventi”.

(Foto: Qdpnews.it).
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