Il Consorzio Piave presenta il progetto di trasformazione irrigua “Vedelago Nord e impianti limitrofi”: è il più grande realizzato finora

Incontro formativo nella sede del Consorzio Bonifica Piave
Incontro formativo nella sede del Consorzio Bonifica Piave

Un progetto che interessa Montebelluna, Vedelago Nord e Caerano di San Marco, Pezzan, Musano, Trevignano, Istrana, Paese e Treviso: il costo della sola progettazione ammonta a 1.152.000 euro.

Il Consorzio Piave ricorda che in questi giorni siamo entrati nel pieno delle “asciutte 2023”. Un termine che identifica ormai da secoli il particolare momento in cui l’alta pianura trevigiana torna “secca”. Si chiudono le derivazioni dal fiume Piave, si fanno manutenzioni su tutta la rete derivata, si torna com’era questo territorio prima che nel 1436 qualcuno pensasse alla costruzione del canale Derivatore Brentella …pel bene generale di tutto il territorio nostro trevisano, poiché la campagna vi è aridissima e perciò sterile.

Poi le modifiche al sistema idroelettrico del bacino del Piave nel corso dell’ultimo secolo hanno modificato e strutturato le vecchie opere fino a giungere ai giorni nostri, in cui 50 mila ettari attendono ogni anno l’acqua dalle canalette o dagli idranti degli impianti a pressione.

L’acqua viene dalla montagna, dalla neve, dagli invasi montani. Se non c’è lì non c’è nemmeno nell’alta pianura tra Castelfranco Veneto e Conegliano, dove l’idrografia superficiale è assente e la falda è parecchi metri sotto al livello del piano campagna.

Ma con i cambiamenti climatici in atto, e con le prospettive dettate dalla Direttiva Europea per il raggiungimento della qualità ecologica dei fiumi, l’acqua è sempre più incerta e il Consorzio è costantemente impegnato a garantire la risorsa idrica.

Ieri lunedì, nella sede del Consorzio di bonifica Piave si è tenuto un incontro informativo per i sindaci e i tecnici dei Comuni interessati, a presentare il progetto più importante per ampiezza di quelli che il Consorzio Piave ha sviluppato a tutt’oggi: si estende, infatti, su 7000 ettari di territorio passando da Caerano di San Marco fino a Treviso, ben 19 km in linea d’aria tra i suoi estremi.

Un progetto importante per l’uso efficiente dell’acqua, l’applicazione del deflusso ecologico e il miglioramento ambientale.

A fare gli onori di casa il presidente del Consorzio Amedeo Gerolimetto con il direttore ing. Paolo Battagion e l’ing. Daniele Mirolo che ha illustrato il progetto ai sindaci dei Comuni interessati rappresentati dal sindaco di Caerano di San Marco Gianni Precoma, dall’Assessora Sabina Bolzonello di Trevignano, l’assessore Sandro Zampese di Treviso, l’assessore Giorgio Marin di Vedelago, il vicesindaco Renato Povelato di Volpago del Montello, l’assessore Luciano Fighera di Istrana, l’assessore Claudio Borgia di Montebelluna, l’architetto Simone Mattiuz per il Comune di Paese e il sindaco di Carbonera Federica Ortolanin qualità di presidente della Consulta dei Sindaci del Consorzio Piave.

Finora il Consorzio ha ottenuto l’approvazione e la verifica del progetto di fattibilità, avviata la Conferenza dei servizi preliminare e consegnato il progetto ad ottobre 2022. Sono in corso le indagini archeologiche, lo screening VIA, la conferenza decisoria e la verifica prima dell’approvazione del progetto definitivo.

“Quando l’impianto sarà finanziato e quindi realizzato sarà possibile risparmiare circa 4 mc/s oggi prelevati dal fiume e 4 centrali di sollevamento irriguo che garantiscono l’approvvigionamento dell’acqua in pressione per gli usi agricoli, prelevando dagli stessi canali che conducono l’acqua dal Piave, ma dimezzandone il consumo – afferma Gerolimetto -. Il Consorzio Piave è in prima linea a cercare le soluzioni affinché, a fronte di un minor consumo, ci siano le garanzie perché l’agricoltura di queste aree possa contare sulla risorsa idrica”.

“Ieri a Montebelluna ne abbiamo voluto parlare con i sindaci del territorio interessato dal “progetto di trasformazione irrigua Vedelago Nord e aree limitrofe” – conclude -. Sono opere importantissime che consentono di sostituire le vecchie canalette che distribuiscono ancor oggi l’acqua a scorrimento con moderni impianti di distribuzione “a pressione“.

(Foto: Consorzio di Bonifica Piave).
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