La notizia è arrivata ieri lunedì sera, e mentre da un lato ha suscitato vasto cordoglio, dall’altro ha fatto riaffiorare ricordi indelebili di storia della tv e dello sport: se n’è andato Gianni Minà, tra i giornalisti, scrittori, autori e conduttori tv italiani che hanno segnato più epoche. Il 17 maggio prossimo avrebbe compiuto 85 anni. L’annuncio del decesso, avvenuto a Roma in seguito a una “breve malattia cardiaca”, è arrivato dai famigliari e si è rapidamente diffuso in tutto il mondo.
Originario di Torino, Minà iniziò la carriera giornalistica nel 1959 al quotidiano sportivo di quella città, Tuttosport (di cui negli anni ’90 fu anche direttore). Fu il primo passo di un lungo viaggio che lo portò a occuparsi di cronaca e approfondimenti a 360 gradi, spaziando dallo sport allo spettacolo, dagli esteri (con un’attenzione particolare per l’America latina e Cuba in particolare – leggendarie le sue interviste a Fidel Castro) alla musica, fino ai documentari.
Fu volto notissimo della Rai, autore di programmi, giornalista al seguito di svariate Olimpiadi e Mondiali di calcio. Fortissimo il suo legame con lo sport, con una particolare predilezione e una capacità unica di interagire con miti come Muhammad Alì e Diego Armando Maradona, Marco Pantani e Pietro Mennea, ma anche Adriano Panatta.
Il tennista di origini romane e trevigiano d’adozione fu protagonista di una delle più storiche interviste di Minà, che riuscì a raggiungerlo e a porgli domande in favore di microfono e telecamera durante un cambio di campo nella finale degli Internazionali di Roma nel 1976, che vide il portacolori azzurro battere l’argentino Guillermo Vilas in un Foro Italico gremito. Minà “marcò stretto” Panatta tanto a bordo campo quanto nei tunnel dello stadio del tennis, realizzando un servizio ancora molto gettonato sul web e che difficilmente potrebbe essere replicabile oggi.
A RaiNews24, ricordando quella giornata, lo stesso Panatta ha confidato che “Minà è stato l’unico giornalista a farmi un’intervista in un cambio di campo. Se non fosse stato Gianni non l’avrei mai fatta, ma lui poteva perché era un fuoriclasse. A Gianni volevano bene tutti, non ho mai sentito una parola di critica contro di lui, ma è normale perché era speciale”.
In un tweet di questa mattina, Panatta ha salutato Minà con poche, sincere parole: “Ciao Gianni, ti volevo bene. Sei sempre stato un fuoriclasse”.
(Foto: Facebook).
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