Urgenti, concrete e puntuali. Sono le istanze per una maggiore parità emerse nell’ambito dell’evento organizzato da Camera di Commercio Treviso – Belluno, Forum delle Associazioni Familiari del Veneto e Unioncamere Veneto, sostenute da analisi e interventi che, dati alla mano, hanno posto la lente punto per punto su criticità, bisogni e prospettive del mondo del lavoro femminile nel Veneto, nel quadro delle politiche nazionali e della crisi socio-economica legata alla pandemia.
Il tessuto imprenditoriale e del mondo del lavoro in Veneto è emerso nella fotografia scattata da Federico Callegari per l’Ufficio Studi di Unioncamere Veneto in un panorama economico mondiale sul quale incombono gli effetti della guerra in Ucraina. Uno scenario nel quale torneranno a contare le macro-aree regionali, rafforzate sotto diversi profili. Dall’autonomia energetica, alla difesa, dalle catene del valore auto-contenute fino all’identità politica e culturale forte ma al tempo stesso capace di inclusione. Nuove visioni in costruzione a cui è auspicabile che le donne possano offrire un contributo determinante proprio in una prospettiva di inclusione e cooperazione.
Valentina Cremona, componente della Commissione Regionale Pari Opportunità, ha indagato gli strumenti di supporto a una crescita più sostenibile e inclusiva per le imprese femminili in Veneto, tra criticità, esigenze e macro trends. Una platea, quella delle imprese guidate dalle donne, che rappresenta il 20% delle aziende totali del Veneto, delle quali ben il 67% operante nel Terziario. Imprese duramente colpite dalla pandemia, e al tempo stesso di vitale importanza per il tessuto socio-economico: attività vicine alle persone, che garantiscono il loro benessere e la qualità di vita, alla ricerca di un equilibrio nella relazione tra pari opportunità e sviluppo.
Focus sulle lavoratrici e la conciliazione dei tempi di vita nell’intervento di Igor Bonatesta, segretario organizzativo UIL Veneto, in rappresentanza di CGIL-CISL-UIL Veneto. Tema urgente e attuale, nell’ambito della pandemia di Covid-19, ha visto la nascita di un neologismo inglese, She-cession. Le donne sono le principali vittime dello sconvolgimento sociale ed economico causato dagli effetti globali della pandemia. Una crisi di genere, se si considera che i settori maggiormente colpiti – come l’assistenza all’infanzia, l’istruzione o il turismo – sono gli stessi nei quali le donne costituiscono la maggioranza dei lavoratori.
A conclusione dei lavori, il ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti ha illustrato “le richieste programmatiche delle donne per le donne” volte a rimuovere gli ostacoli per pensare al futuro in materia di lavoro e di supporto all’imprenditorialità. Dal riconoscimento del lavoro come ambito prioritario della realizzazione femminile, all’implementazione degli strumenti tesi a favorire l’armonizzazione del lavoro con le esigenze familiari, fino alla ricerca di nuove forme di flessibilità oraria opportunamente legate ad adeguate compensazioni tali da permettere la conciliazione con la vita privata e della famiglia.
“Armonizzazione dei tempi di vita familiare e del lavoro, politiche di condivisione, azioni di potenziamento e di integrazione degli strumenti fiscali e di welfare – ha detto il ministro Bonetti – sono i termini chiave di quanto stiamo concretamente portando avanti in un disegno unitario. Una rivoluzione per una vera parità di genere, per la competitività del lavoro femminile e la centralità delle famiglie, con la fondamentale collaborazione delle associazioni datoriali, del Sindacato e delle rappresentanze delle famiglie in seno al Terzo Settore, per ripensare globalmente il sistema integrato di servizi, le politiche attive per le lavoratrici, gli incentivi alle imprese, gli strumenti fiscali a vantaggio delle famiglie. Un’azione sistemica, dal Pnrr al Family act, che riconosce le donne quali protagoniste delle politiche di investimento e agenti di cambiamento e di sviluppo per tutte e tutti”.
“Il tema delle pari opportunità – ha affermato Mario Pozza, presidente Unioncamere Veneto e della Camera di Commercio di Treviso Belluno – è un elemento molto importante anche per le nostre imprese. Nel nostro tessuto economico sono molte le donne che ricoprono un ruolo apicale e in linea generale con professionalità e competenza danno un valore importante nelle attività che svolgono ad ogni livello. Per questo è necessario trovare gli strumenti per favorire sempre di più le pari opportunità individuando quei percorsi che consentano alle donne di poter dare il proprio contributo all’interno delle imprese. E l’incontro di oggi non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza che sottolinea la capacità del Veneto di fare squadra e di mettere al centro un aspetto che è strategico per il futuro”.
“La questione del lavoro femminile è centrale per la storia di questo Paese e per le comunità che lo compongono – il commento di Adriano Bordignon, presidente del Forum della Associazioni Familiari del Veneto –. Troppo spesso la qualità, la quantità, la stabilità, la conciliabilità, la remunerazione del lavoro offerto e garantito alle donne sono a repentaglio. All’alba del 2022 è necessario uno scatto per chiari motivi di civiltà, giustizia, libertà, investimento e crescita. In questo quadro è necessario investire anche sulla conciliazione dei tempi di vita e lavoro e per la costruzione di un adeguato sistema di servizi territoriali e di strumenti di welfare perché le donne non siano costrette a scegliere tra lavoro e famiglia. Tutto questo sta a noi: persone, famiglie, lavoratori, corpi sociali intermedi, amministratori e legislatori”.
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