Il sindaco di Paese Katia Uberti sul caso Coronavirus: “Stiamo attendendo per i funerali della donna deceduta”

Continua a essere alta l’allerta per l’emergenza Coronavirus, una patologia che ha registrato il suo primo caso ieri, martedì 25 febbraio, anche a Treviso: una donna, classe 1944 e originaria di Paese, è deceduta nella serata di ieri all’ospedale Ca’ Foncello.

Era ricoverata nel reparto di Geriatria dallo scorso 7 febbraio per altre patologie in atto, per poi essere trasferita in Rianimazione a causa dell’insorgere di nuove complicanze dovute all’infezione da Coronavirus, fino al decesso per un grave scompenso cardiaco.

Nelle ultime ore, inoltre, è trapelata la notizia del ricovero di un medico, che aveva operato proprio al Ca’ Foncello di Treviso, all’ospedale di Padova per aver contratto l’infezione.

Una notizia che, stando a quanto dichiarato dai passanti trevigiani presenti in centro e nelle vicinanze del Ca’ Foncello, non ha particolarmente impensierito la popolazione, a tratti convinta che sia stata solo inasprita un’atmosfera di esagerato allarmismo.

Dichiarazioni, però, che contrastano con lo stato del centro di Treviso, deserto anche nel corso degli orari solitamente di maggior affluenza.

Nella mattinata di oggi, mercoledì 26 febbraio, inoltre, nella sede della Prefettura in piazza dei Signori si sono riuniti i vertici della politica e dell’azienda sanitaria, per discutere gli ultimi aggiornamenti. Tra questi era presente anche il sindaco di Paese Katia Uberti, la quale ha tratteggiato lo stato attuale che si respira nel suo Comune.

“Fino a sei mesi fa la signora deceduta era seguita dai nostri Servizi sociali, per poi essere affidata a due badanti. – ha spiegato il primo cittadino – La donna, infatti, non aveva parenti a Paese, ma a Genova e ora stiamo attendendo per capire come muoverci per lo svolgimento del funerale”.

Al momento sono stati presi i contatti con le due badanti della donna, una delle quali viveva in casa con la signora seguendola 24 ore su 24, e l’altra che la sostituiva, oltre a una coppia di vicini di casa, per effettuare i test – ha proseguito Uberti – C’è da dire che la signora aveva una situazione clinica già compromessa, quindi, a mio avviso non è stata una morte da Coronavirus, ma con il Coronavirus”.

“Ieri sera ho ricevuto una telefonata da parte del governatore del Veneto Luca Zaia, il quale mi ha chiesto se avessi bisogno di qualcosa, ma non è stato necessario attivare nessun provvedimento sanitario. – ha specificato Katia Uberti – Ho chiesto al Prefetto se dovessi prendere delle misure di emergenza, ma mi è stato risposto che non serve”.

“Tutto sommato la situazione è ora nella normalità a Paese. C’è un po’ di psicosi dovuta a queste notizie della stampa e sto cercando di tranquillizzare, per quanto mi è possibile, i cittadini: ci affidiamo alle autorità sanitarie. – ha aggiunto il primo cittadino – Per quanto riguarda i prossimi provvedimenti, ci muoveremo in linea con quanto dettato dalla Regione. Ora il virus più pericoloso è quello della paura”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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