Il turismo traina ma il commercio langue: saldi invernali al -3%. Il report sul terziario nella Marca

Da sinistra Franco Ascani, Dania Sartorato, Francesco Piccin, Beatrice Paludetti e Valentina Cremona

Il turismo traina il settore terziario della Marca ma il commercio al dettaglio (non alimentare) e le imprese dei servizi soffrono la riduzione dei consumi.

È quanto emerge dal report congiunturale relativo al quarto trimestre del 2023 e ai primi tre mesi del 2024 elaborato da Format Research per conto dell’Unione provinciale Confcommercio di Treviso e Banca Prealpi SanBiagio con l’obiettivo di fotografare lo stato di salute delle imprese del terziario della provincia tenendo conto di diversi indicatori, fra cui il numero di attività cessate, il sentiment delle imprese e il loro l’approccio al credito. Nel report presentato questa mattina martedì nella sede di Confcommercio anche un doppio focus sull’imprenditoria femminile e l’esito dei saldi invernali.

Commercio, turismo e servizi: nella Marca oltre 37mila imprese. Ma in numeri sono in calo

Le imprese del terziario (commercio, turismo, servizi) della Marca costituiscono il 64% del tessuto imprenditoriale extra agricolo del territorio per un totale di 37mila aziende. Un numero che messo a confronto con gli anni precedente mostra una tendenza in negativo: alla fine del 2023 infatti il saldo fra le imprese nuove e quelle cessate è pari a -741 (-387 sono nel settore del commercio).

In linea generale il sentiment delle imprese è positivo – anche se pesa il clima di incertezza causato dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente – e chi resiste lo fa con ottimismo e fiducia verso il futuro. A confermarlo è l’approccio al credito che emerge dai dati elaborati da Format Research: aumentano le imprese del terziario che hanno chiesto e ottenuto (circa il 53%) il credito nell’ultimo trimestre dell’anno. Circa un terzo di queste lo ha richiesto per effettuare investimenti, in una percentuale che è di 4 punti superiore alla media nazionale (28,9% a livello italiano).

Dania Satorato

“Il commercio di tipo tradizionale, lo sappiamo da decenni vive una sofferenza dovuta ad una serie di fattori, fra cui la competizione con gli acquisti in e-commerce – sottolinea la presidente dell’Unione Provinciale Confcommercio Dania Satorato – Tuttavia in provincia di Treviso il sentiment resta positivo con il comparto del turismo che traina il terziario”.

A dare la spinta al comparto, spiega Sartorato, incidono gli eventi in programma in vista del Giubileo del 2025 e le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Ma non solo. “Il nostro territorio attira per quanto offre a livello gastronomico, per il nostro stile di vita e per lo shopping di qualità. Come associazioni di categoria abbiamo il compito di essere vicini agli imprenditori in questo momento trasformazione del mercato” conclude.

Conferma il ritratto positivo emerso dal report anche il presidente di Format Research Pierluigi Ascani che parla di una situazione “nel complesso positiva e in alcuni casi molto positiva come raccontano soprattutto le imprese del turismo”.

“Le imprese del terziario trevigiane iniziano il 2024 con uno sprint per alcuni versi inatteso con un miglioramento della fiducia nell’andamento della propria attività economica che era iniziato già alla fine del 2023 e che ha dato in qualche modo lo sprint al nuovo anno – spiega Ascani – Migliora la fiducia, migliorano i ricavi, migliora l’occupazione purtroppo permangono le problematiche per quanto riguarda il costo dei fornitori con la conseguente riduzione dei margini. Tengono la capacità di far fronte al proprio fabbisogno finanziario e si allentano alcune tensioni sul credito”.

Credito che, spiega il Capoarea di Banca Prealpi San Biagio Francesco Piccin, ha subìto una lieve contrazione “da ricondurre al fatto che veniamo da due-tre anni di grandi investimenti post-pandemia e le aziende hanno deciso di aspettare manovre fiscali importanti. Attendiamo quest’anno che il governo faccia la propria parte per incentivare le aziende a investire su beni strumentali o beni nel ramo del turismo e dell’edilizia” conclude.

Male i saldi invernali: la stagione chiude con un -3%

Se il turismo traina, non fa altrettanto il commercio al dettaglio che risente della diminuzione dei consumi, dell’inflazione che pesa sulle tasche dei Trevigiani ma anche degli effetti del cambiamento climatico.

Maria Beatrice Paludetti

L’inverno mite non ha favorito l’acquisto di capi pesanti, tanto che le collezioni in saldo in molti casi sono rimaste invendute sugli scaffali dei negozi. Stamani a fare il quadro sulla stagione dei saldi invernali è stata Maria Beatrice Paludetti, presidente provinciale di Federmoda.

“L’esito dei saldi sul nostro territorio ci dà un risultato negativo di -3%. Le ragioni dipendono dal clima caldo, dalla scarsa propensione ai consumi delle famiglie trevigiane, impaurite dall’inflazione, dai rincari energetici e da shock esogeni (le due guerre in corso) – spiega Paludetti – Pesa anche un mood declinante dei centri urbani della Marca sempre meno attrattivi dal punto di vista commerciale forse per delle politiche amministrative a corto raggio. In ultima registriamo una tendenza negli acquisti che va verso l’austerità, l’acquisto a basso prezzo e un po’ emozionale non tiene più. Si pensa bene prima di acquistare e si investono in capi con dei contenuti realizzati ad esempio con materiali di pregio e con cura del dettaglio”.

(Fonte foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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