Il vescovo Tomasi: “Più dell’intelligenza artificiale preoccupa la ‘stupidità naturale'”. L’AI nelle imprese: il convegno ai Benetton Studios

Il vescovo Tomasi

Riflettere sull’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo e avrà sulle imprese, ma anche sfatare alcuni ‘falsi miti’ riguardo questa tecnologia dirompente che, in molti si domandano “rischia davvero di sostituire l’uomo?”.

È questo l’obiettivo del convegno “Eccellenze del Nord est destinazione AI: prospettive e opportunità per lo sviluppo del sistema economico” svoltosi venerdì ai Benetton Studios di Villorba in occasione dell’assemblea generale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso (ODCEC) che ha visto il coinvolgimento di diversi imprenditori ed esperti del territorio.

Da sinistra Alberto Frassetto, Roberto Papetti e Andrea Guderzo

Nella prima parte del convegno sono intervenuti Alberto Frassetto, responsabile del settore Data&AI Sales di Var Group, società che accompagna le imprese nella trasformazione digitale e Andrea Guderzo, strategy officer di Volteco, azienda di Ponzano Veneto specializzata nella produzione di guaine impermeabili.

Leopoldo Destro

“Con l’avvento di Chat GPT l’AI è diventata il tema d’attualità per eccellenza, ma in realtà non è una novità assoluta per le aziende – ha sottolineato Frassetto – Queste tecnologie (si parla al plurale di intelligenze artificiali generative) viene impiegata già da anni con diverse applicazioni, ad esempio per fare analisi predittive della domanda supportando gli imprenditori nel processo decisionale. La forza dell’AI sta proprio nella capacità di analizzare e incrociare un mondo sommerso di dati estremamente utili di cui ciascuna azienda dispone ma che sono difficili da estrarre. In questo caso l’AI diventa una sorta di ‘super collega’ con una memoria formidabile”. 

Nel caso di Volteco l’intelligenza artificiale ha avuto un impatto fondamentale nell’aumento della produttivitàdell’azienda. Andrea Guderzo ha portato l’esempio di un particolare impianto dedicato alla produzione di una membrana impermeabile che dopo l’installazione produceva un 50% di scarto di materia prima. “Grazie ad una serie di sensori siamo riusciti a raccogliere dati correlando i difetti sulle membrane con derive in precise parti dell’impianto. Intervenendo in modo mirato su queste ultime abbiamo ridotto lo scarto di materia prima dal 50 all’8% migliorando la qualità del prodotto finale e abbattendo i costi di manutenzione sulla macchina”. 

Camilla Menini

“L’AI toglierà lavoro all’uomo? È un falso mito. Dalle 6 persone inizialmente addette all’impianto (e perlopiù dedicate a supervisionarne il corretto funzionamento) siamo passati a 12 addetti che alleggeriti del solo compito di ‘supervisione’ ora portano un loro personale valore aggiunto”. 

Al convegno era presente anche il vescovo di Treviso Michele Tomasi intervenuto parlando del binomio fra etica e tecnologia: “Il Teologo Paolo Benanti ha coniato il termine ‘algoretica’: un’etica dell’algoritmo partendo dal presupposto che gli esseri umani liberi possono sempre dire di no. È l’uomo, lo stesso produttore di tecnologia, ad avere l’ultima parola, a rendere intellegibili i dati calcolati da una macchina, a darne un giudizio. L’uomo a differenza della macchina potrà sempre chiedersi quale sia la verità. Per questo, dice Benanti, a preoccuparlo è più la ‘stupidità naturale’ che l’intelligenza artificiale. Non dimentichiamo infine – ha concluso monsignor Tomasi – che verità e intelligenza da sole non hanno mai asciugato una lacrima: l’atto di prendersi cura del prossimo e di guardare al mondo con sguardo compassionevole rendono l’uomo insostituibile da qualunque intelligenza artificiale”. 

Fabio Innocenzi

All’intervento del vescovo è seguita la tavola rotonda con Camilla Menini, presidente ODCEC di Treviso, Massimo Renon, amministratore delegato di Benetton Group, Leopoldo Destro, presidente Confindustria Veneto Est, Mario Volpe, prof. associato del Dipartimento di Economia all’Università Ca’ Foscari di Venezia e Fabio Innocenzi, amministratore delegato del Gruppo Banca Finint. 

“L’intelligenza artificiale? È una grande opportunità – ha affermato Leopoldo Destro – Lo è tanto più guardando al calo demografico che solo in Veneto entro il 2040 potrebbe causare il venire meno di 480mila persone in età lavorativa, cifra prevista che sale a 8 milioni a livello nazionale. In un quadro demografico estremamente preoccupante bisogna puntare su nuove strategie per migliorare la produttività e le tecnologie sono ad oggi le principali alleate a disposizione per guardare al futuro. Sull’utilizzo dell’AI nelle aziende del territorio ancora non disponiamo di molti dati in merito – ha precisato Desto – Si stima che circa il 60% delle imprese stia mettendo in piedi progetti basati su questa tecnologia, una percentuale che scende al 15% guardando alle piccole aziende: per questo come 

Confindustria spetta a noi il compito di fare sensibilizzazione”. 

Sull’impatto che l’AI ha e avrà nel settore finanziario è intervenuto Fabio Innocenzi. “Il settore risente del dominiocrescente ‘dell’algoritmo’ che orienta gli investimenti tradizionali. La volatilità? A mio avviso è figlia di algoritmi stupidi. Credo che in queste tecnologie, anche in campo finanziario, ci siano molteplici opportunità da cogliere sotto forma di nuove forme di lavoro e di servizi”. 

Alcuni momenti della tavola rotonda

“Il settore della moda si basa su un pilastro imprescindibile che è la creatività umana – ha commentato Massimo Renon – per questo il nostro approccio all’AI è tanto aperto quanto prudente in questo momento. La percezione dello stilista sul futuro non è sostituibile con un algoritmo. Ciononostante, molte aziende del settore stanno già applicando l’AI per fare previsioni sulle tendenze di moda futuri, in riferimento a forme e colori in voga nelle prossime stagioni”. 

“Credo che l’AI apra il sistema economico a nuove frontiere: se si tratterà di rischi o opportunità il tutto dipenderà da chi avrà in mano questi strumenti. A mio avviso vedo più opportunità che rischi, un po’ come avvenne con l’avvento del web, una rivoluzione nel settore della moda che oggi ci permette di vendere un capo in 20 secondi grazie ad un post su Instagram. Sono lontani i tempi in cui si andava dall’altra parte del mondo con il campionario in valigia e dal momento in cui lo mostravi al potenziale cliente fino all’ultimazione della vendita poteva passare anche un mese. L’intelligenza artificiale è l’ennesima grande rivoluzione tecnologica a cui il nostro tempo ci pone di fronte”. 

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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