Hanno percorso 1000 chilometri da Kherson in treno, e poi altrettanti in autobus da Leopoli a Conegliano. Sono arrivati così i 22 bambini ucraini che trascorreranno tre settimane in Veneto visitando le bellezze della regione. Questa mattina il gruppo ha fatto tappa a Treviso dove è stato accolto in piazza dei Signori dal sindaco Mario Conte.
Dopo una merenda speciale alla pizzeria Da Pino (offerta dal titolare), i ragazzi e ragazze ucraine hanno proseguito la loro visita della città accompagnati da Olena, la loro insegnante di Kherson, e da Michele, quindicenne di origine ucraina residente nel capoluogo che si è offerto come interprete.
“La loro città è sotto le bombe – racconta Olena – questo viaggio è pensato per donare loro una pausa di serenità. Alcuni hanno perso i genitori in guerra e rischiano di vedere cancellati gli anni più felici della loro giovinezza”.
L’iniziativa di regalare ai bambini una breve vacanza in Veneto è stata promossa dall’imprenditore coneglianese Fabio Padovan, sfruttando alcuni contatti personali in Ucraina. “In questi mesi di guerra abbiamo supportato la popolazione ucraina inviando mezzi di soccorso – racconta Sergio Sandali, portavoce dell’iniziativa –. Con questo viaggio abbiamo voluto regalare una parentesi di serenità a questi bambini che nelle tre settimane visiteranno Conegliano, dove alloggiano, Treviso ma anche Venezia e le Dolomiti, lasciandosi, anche solo per pochi giorni, il contesto drammatico che vivono quotidianamente. Alcuni di questi ragazzi e ragazze hanno perso il padre sotto le bombe”.
“Per venire in Italia – conclude Sandali – hanno dovuto affrontare un viaggio lunghissimo e garantirne la sicurezza lungo il tragitto, considerato il rischio reale di rapimenti, non è stato facile”.
“Un’emozione forte“: così il primo cittadino Mario Conte sull’incontro di stamani con i bambini ucraini. “Vedere i loro occhi brillare di gioia, nonostante ciò che sta succedendo nel loro paese, non si può descrivere. Credo che la pace passi per queste generazioni – commenta il sindaco –. Gli adulti non hanno ancora capito il significato di questa parola che soltanto questi bambini possono insegnarci”.
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