L’onorevole Colmellere sulla didattica a distanza: “Nessuno ha il coraggio di dire che quest’anno la scuola è finita”

Didattica a distanza, esame di Stato e sovraffollamento nelle classi sono stati alcuni degli argomenti al centro dell’intervista che l’onorevole Angela Colmellere, deputata della Lega, ha concesso a Qdpnews.it per parlare di come il mondo della scuola italiana abbia risposto all’emergenza Coronavirus.

“Sicuramente – spiega l’onorevole Colmellere – è una situazione particolare, molto complessa e premetto con il dire che alle situazioni complesse non è facile dare delle risposte semplici. Abbiamo avuto la possibilità di mettere a punto un sistema di Dad (didattica a distanza), per la prima volta nella storia, e come inizio è stato un po’improvvisato e non ha sempre dato la massima soddisfazione. Questa didattica a distanza ha sicuramente avuto degli esiti diversi, si è mossa a macchia di leopardo: abbiamo delle situazioni molto buone, anzi ottime, dove gli insegnanti hanno dato il massimo di se stessi e della propria didattica proprio per soddisfare i bisogni educativi dei ragazzi”.

“Sono state fatte delle cose oltre ogni aspettativa – continua – e quindi li ringrazio perché la loro passione è passata, si è sentita ed è sicuramente arrivata anche ai ragazzi. Queste esperienze, che sono comunque molto ben presenti nel nord, diciamo che non in tutta Italia hanno avuto lo stesso risultato. Infatti, abbiamo esperienze dove l’educazione a distanza è mancata totalmente e i bambini sono in balia dei propri genitori e di se stessi mi viene da dire. Quindi sicuramente è un percorso che è iniziato in emergenza ma che merita di essere approfondito, sistemato e migliorato proprio perché anche da questa situazione si possano trarre dei benefici per adoperare la didattica a distanza anche in un contesto di normalità”.

“A me piace vedere le cose che sono funzionate e che possano diventare un modello per tutti gli altri – aggiunge l’onorevole Colmellere – Come in tutte le cose, c’è un aspetto positivo e c’è un aspetto negativo: mi dispiace per tutti quei bambini che non hanno potuto usufruire e utilizzare dei supporti e degli appoggi che sarebbero stati importanti. Adesso sta per arrivare al Senato e poi alla Camera il decreto scuola che deve contenere delle misure proprio atte a far fronte a questa situazione di emergenza. Io, da ex sindaco e da membro della commissione settima che tratta la cultura, l’istruzione e l’università, mi sento di ribadire che noi in questo momento abbiamo bisogno di certezze e di chiarezza perché con queste le cose diventano molto più semplici e si rendono consapevoli le persone, le famiglie e gli studenti di quello che dovrà essere”.

“Mi rendo conto – prosegue – che c’è stata una pandemia importante ma è anche vero che stiamo andando verso una fine dell’anno, si pensa, tutti la annunciano ma nessuno ha il coraggio ancora di dire che la scuola è finita. A me pare che la scuola sia finita però che ci sia il coraggio di dire “finiamo qui l’anno scolastico”, non illudiamo che ci siano altri rientri nel mese di maggio perché è molto difficile, anche dal punto di vista amministrativo, prevedere comunque la riapertura. Che ci vengano date anche delle certezze sulle modalità in cui verranno svolti gli esami di Stato che sono sicuramente fonte di preoccupazione in questo momento per tantissimi studenti”.

“Ad oggi – precisa – non abbiamo avuto nemmeno un’ordinanza ministeriale che sappia indicarci i criteri di come verrà svolto l’esame di Stato. Si parla di un colloquio, per quanto riguarda le quinte superiori, ma ancora non è stato messo nero su bianco in un’ordinanza nulla. Quindi noi chiediamo assolutamente al governo di impegnarsi in questo senso affinchè gli studenti si sappiano organizzare e programmare in vista di quello che sarà”.

“Ricordiamo – conclude l’onorevole Angela Colmellere – che l’esame di Stato e la sua valutazione influiscono anche sul percorso successivo formativo di un alunno. Chiarezza, certezza anche su quando saranno riaperte le scuole, su come verranno riaperte le scuole e secondo quali modalità. Abbiamo una popolazione scolastica che deve essere sistemata all’interno di classi molto più ridimensionate: ecco che si apre un problema riguardante gli spazi scolastici. Ci saranno delle scuole che, probabilmente, non li avranno. Quindi il governo si dovrà interrogare su come fare per garantire a questi ragazzi il diritto allo studio”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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