La Polizia di Stato compie 170 anni (1852 – 2022) e ritorna, dopo anni, a celebrare l’anniversario della sua fondazione con una cerimonia pubblica nel centro cittadino di Treviso.
Un incontro ravvicinato con la cittadinanza che non si teneva da diverso tempo, anche prima della sospensione dovuta all’emergenza Covid-19, e che il questore Vito Montaruli ha voluto ripristinare oggi, 12 aprile, quale segno di vicinanza alla comunità e alle istituzioni pubbliche per assicurare che, come avvenuto nei giorni più difficili della pandemia, “la Polizia di Stato sarà presente anche in futuro e farà la propria parte per affrontare altre inevitabili sfide”.
La cerimonia si è svolta nel salone del Palazzo dei Trecento, improntata alla massima sobrietà e sicurezza proprio perché la situazione attuale non è del tutto serena visto il perdurare della pandemia e la tragedia della guerra in Ucraina che appesantisce il panorama internazionale. Alla celebrazione (aperta con l’Inno di Mameli e la Canzone del Piave eseguite dal tenore Francesco Grollo) hanno preso parte il prefetto Angelo Sidoti, il sindaco di Treviso Mario Conte, le autorità civili e militari e una scolaresca della scuola secondaria di primo grado “Serena”. In piazza Indipendenza, per tutta la giornata, è stata allestita una postazione per consentire ai trevigiani di conoscere alcune delle attività svolte dalla Polizia di Stato e i mezzi utilizzati.
Nel suo intervento, il questore Montaruli ha ripercorso le attività operative nel territorio provinciale svolte dai vari comparti dalla Polizia nel 2021: dall’ordine pubblico alla squadra mobile, dall’anticrimine alla Digos fino all’ufficio immigrazione e le altre specialità quali Polstrada, Polfer, polizia postale e l’ufficio di frontiera aerea allo scalo “Canova” di San Giuseppe. Un passaggio particolare il questore lo ha riservato al mondo giovanile, “che ha risentito particolarmente del periodo di emergenza sanitaria, come dimostrano i sempre più frequenti episodi di violenza che avvengono nei fine settimana e che sono favoriti da un uso scorretto dei social network, utilizzatissimi nei periodi di confinamento: chi li ha esaltati in quella fase non ha tenuto conto dei gravi rischi che comporta la sostituzione della realtà materiale con quella virtuale e il fatto che tale sostituzione sia gestita da entità che non sono sottoposte ad alcuna forma di controllo democratico”.
Nel ricordare le azioni di prevenzione, indagine e contrasto alla “piccola” e “grande” criminalità, Montaruli ha sottolineato come, nell’ultimo anno, ad impegnare la polizia sul versante dell’ordine pubblico siano state, soprattutto, le manifestazioni dei gruppi contrari alla campagna vaccinale, all’uso delle mascherine e alla certificazione verde. La Questura ha adottato provvedimenti straordinari, vietando due azioni di protesta “no vax” nell’aprile e maggio 2021, rischiose per la sicurezza pubblica. “Si tratta delle prime inibizioni del genere, per la prima volta emanate nel Triveneto e probabilmente in Italia, fatta eccezione per la città di Roma” ha detto il questore.
Un altro fronte “caldo” è stato il controllo del territorio, garantito con i servizi ordinari dalle Volanti della Questura e del Commissariato di Conegliano, nonché con l’esecuzione di 112 servizi straordinari, e l’ausilio di 350 pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Padova.
L’attività di prevenzione in ambito provinciale, con particolare attenzione ai territori di Treviso, Conegliano, Castelfranco Veneto, Montebelluna e Mogliano Veneto, ha portato al controllo di circa 7.700 veicoli, con 27.600 persone identificate. La Squadra Mobile ha risolto alcuni casi che hanno destato grande preoccupazione nell’opinione pubblica; tra questi l’incriminazione di due “furbetti” del reddito di cittadinanza, che avevano prodotto false attestazioni documentali per incassare, indebitamente, 45 mila euro.
Il questore ha messo in rilievo anche la valenza del commissariato di Conegliano: “L’ufficio distaccato di pubblica sicurezza consente alla Questura di esplicare la sua attività in una zona di elevato interesse dal punto di vista economico e sociale, assicurando anche alla cittadinanza di quell’area la fruizione dei servizi della Polizia di Stato. Particolare scalpore ha destato una violenta rissa tra cittadini extracomunitari di etnia kosovara e macedone, il 2 maggio in Piazza Cima a Conegliano, nel corso della quale tre di questi ultimi hanno riportato lesioni fino a 20 giorni di prognosi. L’attività investigativa ha permesso di identificare 10 soggetti partecipanti, sottoposti a perquisizione e alle misure del Daspo Willy”.
La Polizia amministrativa ha rilasciato circa 21.600 passaporti, mentre sono stato 618 i rilasci di porti d’arma e 2.740 i titoli rinnovati. Inoltre, serrata è stata l’attività di controllo degli esercizi pubblici, sfociata nell’adozione di diversi provvedimenti di cui all’art.100 T.U.L.P.S., “atto di una certa gravità ma indispensabile per la tutela, oltre che della sicurezza pubblica, anche della stessa regolare attività dei locali”. Sempre intensa, ha rilevato Montaruli, l’attività dell’Ufficio immigrazione, uno dei cardini storici della Questura di Treviso: ha istruito le pratiche dei richiedenti asilo, rilasciato oltre 18.740 permessi di soggiorno, curato l’accompagnamento di sette persone alla frontiera e presso i centri di prima accoglienza, nel complesso sono 132 gli stranieri espulsi. Infine, notevole è l’impegno profuso nella gestione dei flussi di profughi ucraini verso la provincia di Treviso, in collaborazione con il Commissariato di Conegliano. Da rilevare anche l’attività della Polizia Postale, che si è distinta nel contrastare la pedopornografia online e le truffe informatiche.
La festa è stata conclusa con la consegna dei riconoscimenti assegnati per meriti particolari agli agenti, graduati e dirigenti della Polizia di Stato. Un encomio solenne è stato attribuito al primo dirigente Giovanni De Stavola, per l’indagine su un’organizzazione di terrorismo internazionale di matrice islamica (Daesh) operante a Foggia. Un altro encomio solenne è stato consegnato all’agente scelto Alberto Cazzola del commissariato di Conegliano, atleta del centro nazionale Fiamme Oro Roma, settore rugby, per le sue elevate capacità sportive ed agonistiche. Altri attestati di encomio e lode sono stati riconosciuti a Nicolò Tesser, Alessandro Di Giuseppe, Gian Pietro Bertuola, Claudio Guagnini, Giovanni Tedesco, Daniele Povellato, Michele Segantin, Rudi Dal Cin, Antonio Marcone e Giovanni Cosenza.
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