La demografia d’impresa nelle province di Treviso e Belluno: in crisi edilizia, commercio e manifatturiero

Il presidente della Camera di Commercio Treviso-Belluno|Dolomiti Mario Pozza

Un importante procedimento di cancellazioni d’ufficio, nello scorso trimestre, ha creato una significativa discontinuità nelle consistenze della demografia d’impresa delle due province: erano state cancellate oltre 1600 ditte individuali a Treviso e più di 170 a Belluno. 

In entrambe le province, anche al netto delle ditte individuali, perdono imprese il commercio (all’ingrosso e al dettaglio), la ristorazione ed il manifatturiero. Crescono le sedi d’impresa e filiali dipendenti per le attività finanziarie e assicurative, le attività professionali e per l’ospitalità turistica.

Il commento del presidente Mario Pozza

Il bilancio della demografia d’impresa di fine anno risente di un importante procedimento amministrativo, da parte del Registro Imprese camerale, che si è concluso nel trimestre scorso. Con questo procedimento sono state cancellate oltre 1.600 ditte individuali nella provincia di Treviso e più di 170 in provincia di Belluno. Queste ditte sono state cancellate – spiega il Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza – per mancato compimento degli atti di gestione negli ultimi tre anni, ai sensi del DPR n. 247/200. 

Più della metà di queste cancellazioni d’ufficio ha riguardato, per la provincia di Treviso, l’edilizia (34,3%), il commercio al dettaglio (20,3%) ed il manifatturiero (13,3%, sistema moda e metalmeccanica in particolare). Il 57,1% di queste cancellazioni ha interessato imprese condotte in via prevalente o esclusiva da cittadini stranieri.

Per la provincia di Belluno la metà circa delle cancellazioni d’ufficio è riferibile a ditte individuali del comparto edile (25,4%) e del commercio al dettaglio (24,3%). Il 46,3% delle cessazioni del bellunese ha riguardato imprese a conduzione (in via prevalente o esclusiva) straniera.

Con questi numeri – continua Pozza – il confronto con il passato diventa complicato. Si tratta di numeri importanti che non devono essere interpretati come contrazione del tessuto imprenditoriale, ma come pulizia di soggetti giuridici un po’ ai margini dell’economia, formalmente attivi ma inoperosi, come è stato possibile constatare tramite gli strumenti in possesso del nostro Registro Imprese.

Ai fini statistici occorre considerare le dinamiche al netto delle ditte individuali, cioè al netto di questo processo di pulizia del dato – spiega il presidente – così da confrontare lo stock d’imprese di fine 2023 con quello di fine 2022 “a parità di campo d’osservazione”. 

Il bilancio effettivo diventa allora il seguente: la provincia di Treviso perde in un anno 205 imprese, mentre in provincia di Belluno se ne perdono 52. 

Per Treviso, il grosso della flessione – spiega Pozza – si concentra nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (quasi -150 imprese su base annua, sempre al netto delle imprese individuali). È in diminuzione anche il numero di imprese nel manifatturiero (-113 imprese distribuite fra metalmeccanica, legno arredo e sistema moda). Ma va evidenziato che per la metalmeccanica alla contrazione delle sedi d’impresa si accompagna una analoga crescita delle filiali dipendenti (+41 unità nell’ultimo anno). Si riduce in un anno anche il comparto della ristorazione di -75 imprese. 

In controtendenza positiva si colloca invece il settore dell’ospitalità turistica (+20 sedi, incluse le ditte individuali, e +27 filiali). Crescono inoltre le attività finanziarie ed assicurative (oltre 80 in più rispetto a dicembre 2022) e le attività professionali scientifiche e tecniche (quasi 60 in più). L’agricoltura invece presenta tendenze opposte: includendo anche le ditte individuali cresce la viticoltura (+74 sedi), contro la flessione delle attività zootecniche (-43) e cerealicole (-152).

A Belluno la flessione, escluse le ditte individuali, è come dicevamo di -52 imprese, per la maggior parte concentrate nel manifatturiero (-30 sedi), altre 30 imprese in meno le contiamo fra commercio all’ingrosso, commercio al dettaglio e ristorazione.

Gli stock di imprese attive si assestano dunque, a fine dicembre, su 77.698 sedi di imprese in provincia di Treviso e su 13.471 sedi in provincia di Belluno. 

Resta sostenuta – conclude Pozza – la crescita delle unità locali dipendenti (quelle che abbiamo chiamato filiali): quasi 240 unità in più su base annua a Treviso (per una consistenza di 19.121 unità attive a fine dicembre 2023) e +60 unità a Belluno (per uno stock di 4.608 unità). È un fenomeno che segnaliamo da diverso tempo e che va approfondito nel quadro di ragionamenti a più ampio spettro sulle ragioni di attrattività del nostro territorio (quando dietro una filiale c’è un gruppo multinazionale o comunque esterno al nostro territorio) e al tempo per capire le “campagne-acquisti” fatte nel territorio dalle nostre imprese.

La demografia d’impresa nelle province di Treviso e di Belluno: principali evidenze

Infocamere ha rilasciato i dati relativi alla demografia d’impresa al 31 dicembre 2023.

In base alla fotografia scattata alla fine dell’anno, si contano 77.698 imprese attive in provincia di Treviso e 13.471 imprese in provincia di Belluno.

Dal confronto con le consistenze con dicembre 2022 si osserva una flessione di -1.791 sedi per Treviso e di -267 imprese per Belluno. Ma è un risultato che, come si era già osservato anche nel precedente monitoraggio, risente di un numero consistente di cancellazioni d’ufficio effettuate dal Registro Imprese camerale, che ha portato alla cessazione di oltre 1.600 ditte individuali per la provincia di Treviso e di oltre 170 ditte individuali per la provincia di Belluno per mancato compimento degli atti di gestione negli ultimi tre anni, ai sensi del DPR n. 247/2004.

Più della metà di queste cancellazioni d’ufficio ha riguardato, per la provincia di Treviso, l’edilizia (34,3%), il commercio al dettaglio (20,3%) ed il manifatturiero (13,3%, sistema moda e metalmeccanica in particolare). Il 57,1% di queste cancellazioni ha interessato imprese condotte in via prevalente o esclusiva da cittadini stranieri.

Per la provincia di Belluno la metà circa delle cancellazioni d’ufficio è riferibile a ditte individuali del comparto edile (25,4%) e del commercio al dettaglio (24,3%). Il 46,3% delle cessazioni del bellunese ha riguardato imprese a conduzione (in via prevalente o esclusiva) straniera.

Anche le imprese artigiane, che a fine dicembre 2023 erano il 28,3% del totale imprese trevigiane (per un a consistenza di 22.023 unità) ed il 33,7% di quelle bellunesi (pari in valori assoluti a 4.543 imprese), sono state interessate ad una riduzione significativa del sottoinsieme delle imprese individuali. Nel confronto con dicembre 2022 le imprese artigiane trevigiane sono diminuite di -615 unità: ma al netto delle ditte individuali la flessione è di -38 unità. Le imprese artigiane bellunesi complessivamente si sono ridotte di -74 unità su base annua, e di -19 unità al netto delle imprese individuali.

Le unità (filiali) dipendenti continuano invece a crescere sia in provincia di Treviso (+239 unità su base annua) sia in provincia di Belluno (+60). A fine settembre si contano 19.121 unità locali attive in provincia di Treviso e 4.608 filiali attive in provincia di Belluno.

Per le ragioni sopra esposte, l’analisi delle dinamiche di consistenza per settori viene proposta, in prevalenza, al netto delle ditte individuali, salvo precisazioni su alcuni settori in cui le stesse ditte individuali crescono. Queste le principali macro-tendenze osservate.

Per la provincia di Treviso le flessioni più rilevanti, al netto delle ditte individuali, si concentrano nelle attività manifatturiere: nel confronto annuo la flessione è di -113 imprese, di cui -32 riguardano le imprese artigiane. All’interno del comparto la flessione si distribuisce fra metalmeccanica (-41, che tuttavia registra una analoga variazione positiva per le unità locali dipendenti), il legno arredo (-39) ed il sistema moda (-22). Seguono, per riduzione delle consistenze, il commercio all’ingrosso (-92), il commercio al dettaglio (-55, in particolare minimercati ed esercizi specializzati nella vendita di prodotti alimentari o non alimentari) e le attività di ristorazione (-75, di cui -47 bar e -25 ristoranti).

Il comparto dell’edilizia è stato fra quelli più interessati da cessazioni d’ufficio delle ditte individuali (spesso in mano a cittadini stranieri e sorte anche sulla spinta dei vari bonus): al netto di questa pulizia si riscontra una crescita di +30 sedi, soprattutto “impiantisti”. 

Per la provincia di Belluno la flessione, sempre escludendo le ditte individuali, si distribuisce fra il manifatturiero (-30 imprese, di cui -24 imprese artigiane), il commercio all’ingrosso (-11), il commercio al dettaglio e la ristorazione (entrambi con una variazione pari -10 unità). 

Il comparto agricolo che, come per Treviso, è stato meno interessato alla “pulizia” di ditte individuali perde complessivamente -27 imprese (includendo tutte le nature giuridiche): rispetto a dicembre 2022 la consistenza diminuisce in particolare per le attività zootecniche (-14 sedi) e cerealicole (-13).

Il segno in positivo si osserva invece per l’edilizia (+7 sedi). Il confronto con dicembre 2022 è in positivo, e considerando tutte le nature giuridiche, per le attività legate ai servizi alle imprese ed in particolare per le attività professionali scientifiche e tecniche (+12 sedi) e le attività immobiliari (+11). In aumento anche le filiali dipendenti delle attività afferenti all’alloggio (+24).

(Foto: Camera di Commercio di Treviso-Belluno).
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