La leadership non è questione di genere: la storia di successo dell’imprenditoria femminile

La leadership non è questione di genere: la storia di successo dell’imprenditoria femminile

L’imprenditoria femminile ancora al centro delle attenzioni della Camera di Commercio di Treviso e Belluno grazie a una ricerca sul mondo femminile che punta ad analizzare e a valorizzare la leadership femminile del futuro.

Ma l’analisi condotta dall’Osservatorio Economico e Sociale e dal Competency Centre dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – che ha intervistato 30 donne imprenditrici che guidano con successo aziende in diversi settori – non ha snocciolato freddi numeri ma ha analizzato dal puto di vista qualitativo alcuni comportamenti che le donne assumono quando ricoprono incarichi apicali all’interno delle aziende

“In un momento così difficile per il nostro territorio sotto shock per gli atti di violenza commessi contro le donne, è necessario lavorare sulla consapevolezza del valore femminile e creare una nuova cultura – ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno Mario Pozza – Questa ricerca ci permette di avere una visione su come la donna imprenditrice e manager si adopera nel mondo produttivo. Ben sappiamo quale apporto positivo porta la donna all’interno dell’impresa. Certo è indispensabile fare dei passi avanti e direi che oggi un passo avanti lo si fa con questa ricerca”.

Barbara Barbon: “codifichiamo il mondo valoriale dell’imprenditrice”

La ricerca è stata fortemente voluta da Barbara Barbon presidente del comitato per l’imprenditoria femminile della camera di commercio Tv-Bl con lo scopo di codificare “il mondo valoriale” nel fare impresa al femminile.

Barbara Barbon

“Specificare i valori che la donna porta ed esprime nel proprio lavoro, permette di mettere nero su bianco, comportamenti, linguaggi, azioni, sensibilità che troppo spesso ancora vengono scambiati per debolezza, quando in realtà sono linfa vitale per relazioni autentiche e durature alla base del fare impresa etico. – ha commentato la presidente – La leadership del futuro non si acquista preconfezionata, va costruita passo dopo passo. E in un mondo che sta dimostrando sempre più che la competenza da sola non basta, la donna con il suo agire sentito, il suo femminile, diventa costruttrice di cambiamento e di progresso in ogni ambito, sia esso economico, politico o sociale”. 

“Bisogna mettere in dubbio l’approccio decisionale”
Federico Callegari

Gli stili manageriali tipici delle donne diventano dunque un patrimonio per tutti gli imprenditori: “viviamo in un mondo incerto e complesso che impone di mettere in discussione l’approccio decisionale – aggiunge il responsabile del settore studi Federico Callegari – le donne che hanno partecipato a questa ricerca hanno dovuto allenare stili manageriali diversi anche soltanto per accreditarsi per costruirsi una reputazione in ambienti magari tipicamente maschili con tutte le difficoltà del caso”.

L’esercizio della leadership non è tanto questione di genere 
Fabrizio Gerli

Ad essere intervistate dall’ateneo veneziano sono state 30 donne che ricoprono ruoli apicali all’interno della loro azienda e ad essere raccolte sono state le loro storie analizzando soprattutto i momenti di efficacia professionale: “quello che è emerso e che innanzitutto l’esercizio della leadership non è tanto questione di genere – aggiunge Fabrizio Gerli, professore di organizzazione Aziendale di Ca’ Foscari – ma è questione di possesso di alcune competenze e di eserciziodi alcuni stili di leadership. In modo particolare queste imprenditrici si sono contraddistinte per aver espresso durante tutta la loro carriera uno stile visionario”. 

Renza Altoè Garbelotto: “l’azienda porta il nome della famiglia di mio marito”

A guidare una delle aziende leader nella produzione di pavimenti in legno è una donna: stiamo parlando di Renza Altoè Garbelotto titolare dell’omonimo parchettificio con sede a Cappella Maggiore. Ma la sua non è stata sicuramente una carriera facile soprattutto in un ambiente, quello del legno, tipicamente maschile.

Renza Altoè Garbelotto

“Di difficoltà ne ho passate tante – commenta – anche perché sono entrata anche a far parte dell’azienda che porta il nome di famiglia di mio marito. Negli anni ho combattuto con forza e volontà grazie alla passione per questo mondo che mi ha permesso di avere tante soddisfazioni e di raccogliere i frutti di tutto quello che negli anni ho seminato”. 

Sabrina Carraro: “ho dovuto capire come vendere il nostro prodotto a culture diverse”

I trenini prodotti dalla Dotto Trains Srl sono famosi in tutto il mondo e grazie a questi mezzi, milioni di turisti ogni anno visitano le più belle città di tutto il mondo. Ma oltre alle difficoltà di operare in un settore che fino a qualche anno fa vedeva la presenza di pochissime donne, Sabrina Carraro ha dovuto rapportarsi anche con stati, come quelli arabi, in cui la figura della donna è tutt’oggi un gradino sotto rispetto agli uomini. 

Sabrina Carraro

“Tra le sfide più difficili della nostra azienda c’è stata anche quella di capire come vendere il nostro prodotto in realtà con culture diverse – precisa – siamo riusciti ad inserirsi in un mercato come quello dei paesi arabi nel momento in cui l’azienda non aveva più delle figure maschili che potevano proporsi. In casi come questi bisogna far valere le proprie competenze per far si di essere riconosciuti”.

Laura Trevisson: “La mia è una leadership che si può definire aggregativa

Ma essere donne imprenditrici significa anche voler cambiare la filosofia aziendale: è il caso di Laura Trevisson vicepresidente di Meccanostampi che dal suo ingresso nell’azienda di famiglia ha voluto cambiare il rapporto tra dipendenti. 

Laura Trevisson

“La mia è una leadership che si può definire aggregativa – aggiunge – nel senso cerco di fare in modo che le persone si sentano partecipi di quello che fanno all’interno dell’azienda. Nel momento in cui ti senti parte dell’azienda si riesce ad andare oltre a qualsiasi difficoltà”. 

Nicoletta Milani: “ho trascurato la mia vita privata”
Nicoletta Milani

Sono ancora troppe le donne costrette a rinunciare alla loro vita privata in quanto ricoprono ruoli apicali nelle aziende. “Io ne sono un esempio – commenta Nicoletta Milani titolare dell’omonima azienda di arredamento – per impegni che ho sempre preso nei confronti delle persone interne all’azienda ma anche all’esterno ho trascurato la mia vita privata. Ma ho anche altre due sorelle che fortunatamente sono riuscite anche ad avere una famiglia”. 

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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