La Marca si conferma tra le province più sicure, ma il 2022 è stato l’anno nero per gli incidenti mortali: i dati della Prefettura

In calo i furti, in aumento gli scippi e (in modo più lieve) le rapine, molte delle quali sono classificabili come “improprie”, ovvero come degenerazioni di semplici furti. Il dato comunicato alla stampa questa mattina dal prefetto di Treviso Angelo Sidoti si riferisce a un confronto con il 2019 e il 2021, considerando invece il 2020 come un riferimento anomalo e inclassificabile. Dai numeri si deduce però che il 2022 è stato purtroppo anche l’anno degli incidenti mortali: sono stati 73 quest’anno, con una tendenza che, nonostante il rigore dimostrato dai vari controlli portati a termine dalle Forze dell’ordine, non riesce a far breccia nella sensibilità dei trevigiani.

“Questo aspetto è avvilente – ha commentato il prefetto Sidoti -. Abbiamo portato a termine tantissime progettualità di prevenzione, con le scuole, con i Comuni, con le associazioni, persino con le discoteche. Abbiamo ritirato oltre mille patenti, di cui 73 del tutto revocate. Eppure, continuano a essere più di una alla settimana. Non sappiamo come far capire alla gente che bisogna andare piano, non si deve mai usare il cellulare in auto e non ci si mette alla guida in qualsiasi stato di alterazione”.

Alcuni di quei soggetti che provocano incidenti gravi, è stato aggiunto poi, sono risultati essere del tutto privi di patente. “C’è bisogno di una mobilità consapevole – ha aggiunto il comandante della Polizia stradale di Treviso, Simone Morello -. I cittadini devono capire che non ci sono solo errori, ma comportamenti irresponsabili. Non possiamo militarizzare le strade, c’è bisogno della loro consapevolezza. Guidare è un’attività pericolosa”.

E alla Prefettura fanno eco anche il colonnello Massimo Ribaudo, comandante provinciale dei Carabinieri di Treviso e il comandante dei Vigili del Fuoco di Treviso Giuseppe Costa: quest’ultimo ha parlato di ben 950 interventi dei suoi uomini su incidenti (in genere, considerando la loro presenza sul posto, di una certa gravità). Il sindaco del capoluogo Mario Conte ha affermato: “Persino il lavoro dei sindaci, tutti in sinergia, tra reclami, slogan e minacce, non fa breccia nelle coscienze delle nostre comunità. Ringrazio in ogni caso le Forze dell’ordine, perché a Treviso noto una costante risposta tempestiva da parte loro”.

Nonostante questi dati sulla guida, la provincia di Treviso si colloca ancora tra le prime per quanto riguarda la sicurezza pubblica e si conferma la meno delittuosa del Veneto. Meno otto i punti percentuali di reati complessivi dal 2019, meno quattro invece dal 2021. In questi anni la Prefettura ha siglato anche 12 progetti di videosorveglianza e un accordo con le agenzie di vigilanza per una collaborazione attiva. Il 2022 non avrebbe poi registrato alcun problema di ordine pubblico, dando spessore anche al tema dei migranti, con la ricerca di nuovi centri accoglienza e ospitalità anche ai profughi dall’Ucraina.

Sul tema degli atti vandalici, al 60% dei fatti corrisponde l’identificazione dei responsabili. Si è parlato anche dell’omicidio del 13 ottobre in zona Fiera: “Bisogna sottolineare che il delitto non nasce in un contesto locale, ma per la rivalità tra diversi gruppi etnici – ha commentato il Vicario del Questore, Rita Cascella -. Nelle uniche due turbolenze relative a eventi di carattere sportivo i responsabili sono stati individuati e, come conseguenza, non potranno mai più avvicinarsi a uno stadio”.

Al tavolo del Salone degli Stemmi della Prefettura c’era anche il colonnello De Giacomo, le cui dichiarazioni verranno riportate in un articolo dedicato.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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