L’acqua torna alle terme di Caracalla: dietro al progetto l’architetto trevigiano Paolo Bornello

C’è anche l’architetto trevigiano Paolo Bornello dietro all’intervento della Soprintendenza Speciale di Roma che a 1800 anni dalla costruzione ridarà vitalità e potenza all’elemento dell’acqua alle Terme di Caracalla.

“L’obiettivo del progetto è proprio quello di riportare l’acqua alle terme – spiega Bornello che assieme all’architetto e progettista Hannes Peer ha curato il restauro della vasca da 1200 metri quadri ribattezzata lo Specchio, primo tassello di un ampio intervento del valore complessivo di 6 milioni finanziati con fondi Pnrr.

Lo Specchio è l’inizio di una rivoluzione alle Terme di Caracalla che diventeranno un sito archeologico riprogettato in chiave moderna, all’insegna delle migliori pratiche di conservazione, restauro e valorizzazione per rendere l’impianto severiano all’avanguardia nella fruizione culturale della Capitale.

Paolo Bonello

“La sfida è stata rivitalizzare il monumento e il suo contesto in chiave contemporanea con l’obiettivo di rendere fruibile al pubblico anche il giardino, un parco urbano che si estende per dieci ettari – spiega Bornello, architetto di lunga esperienza già impegnato in passato in lavori al Grancaffè Quadri in piazza San Marco, nel restauro della facciata di San Moisè a Venezia ma anche in Locanda Sandi e Villa Barberina a Valdobbiadene, solo per citarne alcuni – Le terme erano un’istituzione importante in epoca imperiale: un luogo vivo in cui ci si dedicava all’otium come inteso dai latini, ma anche agli affari”.

Il progetto degli architetti mira infatti a riportare il monumento all’antica vitalità, ponendo al centro l’elemento dell’acqua e rendendolo idoneo ad accogliere turisti e visitatori in tutti i suoi spazi. L’intervento si articola in tre tappe da ultimare entro un anno e mezzo.

La prima tranche consiste nella riqualifica della vasca, la seconda nel recupero del verde e l’inserimento di strutture (es. palchi) destinati ad eventi e spettacoli, mentre la terza, spiega Bornello, si focalizzerà sulla zona d’ingresso con la realizzazione della nuova biglietteria (ipogea) e di un ristorante, il tutto in un dialogo architettonico rispettoso con il monumento centrale.

“Con questo spettacolare Specchio la Soprintendenza desidera innescare un processo di rinnovamento e di apertura alla città in uno dei siti archeologici più importanti della Capitale – sottolinea Daniela Porro Soprintendente Speciale di Roma –. Un intervento di architettura contemporanea che si armonizza con quella antica, per consolidare il ruolo delle Terme di Caracalla come un centro promotore di cultura e arte. Il ritorno dell’acqua non è solo una meraviglia fine a sé stessa, gioia per gli occhi e per lo spirito, ma vuole essere simbolo concreto di riconnessione con l’antico”.

“La realizzazione dello specchio d’acqua – spiega Mirella Serlorenzi direttore delle Terme di Caracalla – è il primo elemento di un progetto integrale finalizzato a restituire la percezione di questi luoghi come erano nell’antichità. L’acqua, un elemento assente da oltre mille anni, torna in maniera determinante ma rispettosa delle rovine: in un gioco di specchi la natatio esce dal corpo dei bagni e si pone assialmente nei giardini, duplicando l’imponente calidarium. Un segno contemporaneo, come contemporanea è la nostra comprensione delle rovine, che crea una sorta di metaverso concettuale e riattiva attraverso i giochi d’acqua e le nebulizzazioni il ricordo della antica funzione delle Terme di Caracalla”.

“Nel cuore delle antiche Terme di Caracalla, lo Specchio d’acqua offre ai visitatori un’esperienza coinvolgente e immersiva – dice Hannes Peer architetto e progettista – su una superficie di oltre mille metri quadrati, rispettando l’imponenza del complesso termale. Integrato architettonicamente con il monumento antico, lo Specchio incarna i concetti filosofici sia della presenza, con l’acqua stessa (Dasein), sia l’assenza materica, tramite il riflesso (Nichtdasein), riverberando le idee di Martin Heidegger. Un invito alla contemplazione e anche una cornice dinamica per iniziative culturali, che segna il primo passo di una nuova fase volta a preservare l’eredità archeologica, proiettando lo sguardo verso il futuro”.

L’area dove sorgono le Terme di Caracalla è sempre stata caratterizzata dalla presenza dell’acqua: già prima della sua urbanizzazione era una valle piuttosto selvaggia ricca di torrenti, ancora oggi presenti nel sottosuolo. Una volta completato all’inizio del III secolo dopo Cristo, il complesso termale presentava nei giardini fontane e ninfei, ma soprattutto al suo interno le grandi vasche di acqua calda, tiepida, fredda e una gigantesca piscina, la Natatio, nonché diversi ambienti per la sauna, che favorivano la presenza di vapore acqueo.

Lo Specchio: un teatro d’acqua che ospiterà spettacoli

La forma semplice e rettangolare suggerisce volutamente la forma della Natatio: il materiale di rivestimento della vasca di colore nero (Liner) si presenta moderno ma mantiene come intento principale quello di incorniciare, specchiare e replicare il monumento per renderlo protagonista assoluto, mettendo in rilievo le sue maestose vestigia.

Forma e colore dello Specchio sono determinati principalmente dalla sua funzionalità, una novità assoluta anche per quel che riguarda la fruizione: i visitatori saranno al centro della loro esperienza, interagendo con le Terme di Caracalla, invece di goderne solo come visitatori.

Lo Specchio d’acqua, che si erge dal terreno solo per 10 centimetri, ha infatti una funzione multivalente: una sorta di teatro dell’acqua e sull’acqua, munito di un vero palcoscenico destinato a una serie di attività performative e culturali, in una simbiosi tra arte e funzionalità. Il palco, di colore nero, come il resto della vasca e con una minima differenza di altezza (circa 5 centimetri) rispetto allo Specchio d’acqua, grazie alle sue dimensioni importanti, consente la possibilità di presentare spettacoli teatrali, di danza o di musica classica, ma anche conferenze, incontri e lectio magistralis.

Sul fondale dello Specchio 20 getti d’acqua completamente immersi, accompagnati da altrettanti riflettori, permettono di eseguire vari giochi e movimenti d’acqua e di luce. Il palco è perimetrato su tre lati con un Led lineare a luce calda, e, solo nel lato lungo, con un impianto di atomizzazione dell’acqua in grado di produrre una nube proiettata verso il centro della vasca, restituendo la suggestione del vapore degli ambienti riscaldati.

(Fonte foto: Fabio Caricchia e Leandro Lentini).
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