Lavoro “in nero” norme sulla sicurezza violate. 18 aziende sanzionate e 7 attività sospese

I Carabinieri del NIL (Nucleo Ispettorato del Lavoro) di Treviso

Prosegue in tutto il territorio provinciale la campagna di controlli svolta dai Carabinieri del NIL (Nucleo Ispettorato del Lavoro) di Treviso, con la collaborazione dell’Arma Territoriale, per verificare la regolare occupazione dei lavoratori e il rispetto della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

L’attività ispettiva ha interessato tutti i principali settori tra i quali l’edilizia, i pubblici esercizi e l’agricoltura, interessando aziende individuate anche con il supporto dell’attività informativa eseguita dall’Arma Territoriale.

Nel complesso è stata riscontrata la presenza di 5 lavoratori impiegati “in nero”, tutti intenti a svolgere attività lavorativa in totale carenza assicurativa e previdenziale, senza alcuna tutela da parte dei datori di lavoro.

Nello specifico, in un cantiere edile di Colle Umberto, è stata sospesa l’attività imprenditoriale di un’azienda che oltre ad impiegare 2 lavoratori – in nero -, aveva omesso di redigere il Piano Operativo di Sicurezza, documento fondamentale per la sicurezza dei lavoratori che operano in un cantiere edile.

Un altro lavoratore – in nero – è stato individuato mentre stava operando in un autolavaggio di Vazzola e anche in questa circostanza è stato emesso il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale dell’azienda.

Analoga situazione di lavoro irregolare è stata riscontrata nel comune di San Fior, dove un’azienda agricola è stata sospesa perché impiegava – in nero – un cittadino extracomunitario impegnato nella rilegatura delle viti.

Infine è scattata la sospensione dell’attività anche per una carrozzeria a Cornuda e anche in questa circostanza il titolare stava impiegando un lavoratore “in nero”, prontamente allontanato dal luogo di lavoro.

In merito alla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, nel settore edile è stata sospesa l’attività di un cantiere di Codognè, dove i lavoratori stavano eseguendo alcune lavorazioni sul tetto dell’edificio senza che il datore di lavoro avesse predisposto adeguate protezioni contro le cadute verso il vuoto, mentre un’altra ditta edile operante a Mareno di Piave è stata sospesa perché stava eseguendo le lavorazioni all’interno di un cantiere senza aver redatto il Piano Operativo di Sicurezza.

I controlli hanno permesso di riscontrare la presenza di numerose violazioni, tra le quali il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale nei lavori in quota, l’omessa formazione dei lavoratori e la mancata nomina del medico competente.

Nel complesso, i controlli effettuati hanno permesso di rilevare numerose infrazioni, a seguito delle quali sono state emesse sanzioni per 220.000 euro.

(Foto: Carabinieri).
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