Presentata questa mattina, martedì, nella sede della Camera di Commercio di Treviso l’indagine Veneto Congiuntura relativa al quarto trimestre del 2022, realizzata da Unioncamere del Veneto. Il report si basa su un campione di 1622 imprese venete (con almeno 10 addetti) fra cui 364 aziende trevigiane e 63 della provincia di Belluno.
Alla luce del rallentamento vissuto nel quarto trimestre dello scorso anno, le imprese manifatturiere venete, trevigiane e bellunesi guardano al primo trimestre del 2023 con ottimismo. Scongiurato lo spauracchio di una recessione, la situazione economica va verso una stabilizzazione. Insomma, non si brilla, ma neanche si peggiora.
“Quello che presentiamo è un bilancio tutto sommato di tenuta del comparto manifatturiero veneto, trevigiano e bellunese – commenta il presidente di Unioncamere del Veneto, Mario Pozza, nonché Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno. I segnali di rallentamento ci sono tutti, si è indebolita molto la raccolta ordini e hanno sofferto maggiormente i settori legati ai beni di consumo, più esposti alla pressione inflazionistica. Però il “sentiment” dei nostri imprenditori per i primi tre mesi del 2023 torna ad essere più cautamente ottimista”.
Il 45% delle imprese venete prevede un aumento della produzione nel 2023
Stando all’indagine Veneto Congiuntura il 45% delle imprese venete e trevigiane prevede infatti un aumento della produzione contro un 21-22% di indicazioni pessimiste. A Belluno gli ottimisti sono il 40%, contro un 27% di chi non ha molta fiducia in una piena ripresa.
Avrebbero un buon motivo per essere pessimiste le aziende che dipendono dalla domanda estera (basta pensare alla decrescita dell’economia cinese senza precedenti negli ultimi quarant’anni) eppure, dopo lo scetticismo manifestato in particolare a giugno dello scorso, il 43% degli intervistati fornisce indicazioni di aumento, contro appena il 15% di indicazioni di flessione (quota ancora più bassa a Treviso, al 12%).
Insomma, l’ipotesi di una grave recessione è lontana. Tuttavia ci sono delle differenze se si guarda nello specifico ai settori produttivi. Soffre particolarmente l’industria dei beni di consumo, più esposta alla pressione inflazionistica. Il sentiment degli imprenditori veneti è coerente con le stime della Commissione europea sul 2023 e anche con i dati Excelsior sui programmi di assunzione delle imprese.
Per il primo trimestre 2023 sono oltre 45.000 le assunzioni previste in Veneto nel manifatturiero: +7.000 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Trend analogo anche a Treviso (10.500 programmi di assunzione nel comparto, +1.500 rispetto al primo trimestre 2022) e a Belluno (2.500 assunzioni, +800 rispetto al periodo di confronto).
La buona tenuta del comparto manifatturiero fa tirare un sospiro di sollievo, ma paure e incertezze rimangono. “Non è da farla facile – prosegue il presidente Pozza – continua ad esserci una guerra nel cuore dell’Europa e resta alta l’inflazione nonostante i costi energetici abbiano iniziato a diminuire: questo tema dell’inflazione resta fondamentale per capire come proseguirà l’economia nel 2023, perché potranno risentirne i settori maggiormente sensibili alla perdita del potere d’acquisto delle famiglie“.
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