Lo spettro di una nuova guerra dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Màdaro sull’Ucraina: “Alla fine la bilancia non so da che parte peserà di più”

Mentre gli occhi del mondo sono ancora rivolti alla guerra in Ucraina che, nonostante il calo di interesse da parte dei media, continua a destabilizzare il Paese guidato dal presidente Zelens’kyj, lo spettro di un altro terribile conflitto spaventa i mercati internazionali. 

La reazione cinese alla visita della presidente della camera statunitense Nancy Pelosi a Taiwan non si è fatta attendere: Pechino, infatti, ha bloccato le esportazioni di sabbia naturale, con il rischio di compromettere la produzione dei semiconduttori, di cui Taiwan è leader mondiale, e ha organizzato cinque giorni di esercitazioni militari che circonderanno l’isola.

Il sinologo trevigiano Adriano Màdaro, attento osservatore del mondo cinese, ha condannato senza giri di parole il comportamento degli Usa. 

“Tutti, perfino il titubante Biden, l’avevano sconsigliata (parla di Pelosi) di provocare la Cina in un momento tanto delicato – commenta Màdaro -Avevano tentato di farla desistere sia la CIA che il Pentagono – il che è tutto dire – anche la stampa americana, New York Times in testa. Ma niente, quel ‘tiro birbo’ rappresentava la sua gloria politica: portare tangibilmente al partito populista di Taiwan la solidarietà dell’America, sempre in nome degli abusati ‘diritti umani’”. 

“La Cina – continua -, che aveva intimato di non toccare suolo a Taipei pena conseguenze serie, ha immediatamente sanzionato l’isola ribelle accerchiandola con un blocco navale tutt’intorno di centinaia di navi da guerra, e appena ripartita ‘Pantera Rosa’ per Seul ha chiuso anche lo spazio aereo. Di più ha bandito 2 mila prodotti che acquistava dall’isola, contribuendo non poco a sostenere la sua economia, soprattutto agricola, e ha iniziato il count-down per il D-day, il giorno dell’invasione”.

“Quando? – prosegue – Se ne discuterà nella riunione plenaria del PCC (Partito comunista cinese) in calendario a ottobre, quando a Xi Jinping verrà rinnovato un terzo mandato proprio per riportare l’isola con tutti i suoi isolotti sotto la totale sovranità di Pechino. Nancy Pelosi cosa è andata a fare? Perché quella provocazione di 20 ore sul suolo di Taiwan? Questa è la democrazia che Washington intende esportare? Uno solo che decide e spinge il mondo con un piede oltre l’orlo della Terza Guerra Mondiale?”.

In una recente intervista rilasciata a Qdpnews.it – Quotidiano del Piave, il celebre sinologo protagoniste delle famose mostre sulla Cina e l’Oriente a Casa dei Carraresi a Treviso ha voluto spiegare la posizione del grande colosso asiatico sulla guerra in Ucraina.

“La Cina non esercita e non ha mai esercitato, dacché è al potere il Partito Comunista (1949), una politica di egemonia – spiega Màdaro – Quindi la politica estera della Cina si basa sul principio di non interferenza negli affari degli altri Paesi con i quali ha buone relazioni ma anche con quelli con cui non le ha. Anche quando non aveva relazioni con l’America, qualsiasi fatto accadesse negli Usa, dall’omicidio di Kennedy in poi, la Cina non è mai intervenuta a dare colpe, a fare critiche o iniziando una politica aggressiva contro un avversario”. 

“Da molto tempo – continua -, la Cina ha relazioni diplomatiche con la Russia e l’Ucraina: c’è un’ambasciata cinese sia a Kiev che a Mosca. Quindi ha sempre mantenuto relazioni diplomatiche amichevoli di grande collaborazione e di grandi scambi culturali con le università ed economici con le aziende, anche di Stato ovviamente, su temi come l’energia, il petrolio e molto altro ancora. La Cina ha interesse ad avere buone relazioni con l’Ucraina come ha da tanto tempo con la Russia e si è fatta sentire molte volte per chiedere la pace”. 

Màdaro ha spiegato che il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino ha informato in televisione più volte il mondo intero, spiegando la posizione della Cina, che è contro la guerra, e manifestando assoluta solidarietà al popolo ucraino. 

“Però la Cina non aderisce alla politica delle sanzioni – precisa -, come invece ha fatto l’Occidente, perché l’ha già provata sulla sua pelle come per la questione degli Uiguri e in altri casi. Poi perché, a mio avviso, non si possono risolvere i problemi con le sanzioni: infatti stiamo vedendo che ci stanno venendo contro e quindi è un disastro. Alla Cina non va bene questo momento politico perché anche i suoi affari stanno andando male e sta perdendo con questa situazione. Per questo ambisce ad una pace almeno di ‘continuità di territorio’ come c’è tra l’Europa e l’Asia”. 

“Questo perché ha i suoi grandi piani – sottolinea -, la Silk Road con grandi progetti di ferrovie che partono dai porti di Shanghai e di Tianjin o da quelli di terra. In questa situazione l’Europa, avendo questa grande necessità energetica, se non prende alcune fonti energetiche dalla Russia non so quanto potrà prendere dal Nord Africa e per quanto tempo. Certo è un’emergenza, questo scenario non durerà in eterno, ma attualmente noi sappiamo che andremo verso un inverno molto problematico. L’Europa è molto svantaggiata da questo perché, per solidarietà, ha dovuto dare delle armi all’Ucraina sguarnendo anche i propri arsenali”. 

Il sinologo trevigiano ha messo in luce il fatto che l’Europa dovrà investire molto sulle armi, mentre prima guardava a proteggere il Pil con una spesa militare contenuta anche perché non c’era questa necessità.

“Anche l’Italia dà una quantità enorme di soldi che sono finiti in armi – conclude – Quindi per noi l’Ucraina è una grande voragine dove, per solidarietà, dobbiamo continuare a ‘buttar dentro’ a scapito di utilizzare questi fondi in un momento di necessità, di bisogno e di crisi anche dell’Europa come quella che stiamo vivendo. Ma la crisi si acuirà sempre di più se questa cosa non finisce. In questo momento la Russia è isolata da noi come noi siamo isolati nei suoi confronti. Noi stiamo avendo un danno enorme e non so poi alla fine la bilancia da che parte peserà di più”.

Come riporta Asia News, la Cina ha interrotto la cooperazione con gli Stati Uniti in diverse aree, tra cui il cambiamento climatico, i colloqui militari e la lotta alla criminalità internazionale, nell’ambito dello scontro in atto su Taiwan. Pechino ha inoltre annunciato di voler imporre sanzioni sulla speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi e la sua famiglia.

(Foto: web. Video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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