Nessuna fuga in avanti o solitaria con la ripresa. Visentin: “Serve una regia unica che possa garantire i lavoratori”

 

In un’intervista concessa a Qdpnews.it da Mauro Visentin, segretario provinciale della Camera del Lavoro di Treviso, si è parlato degli effetti del Coronavirus sul mondo del lavoro e delle imprese della Marca Trevigiana.

Noi chiediamo che si inizi a discutere di come deve essere la ripresa – ha affermato Visentin – e che, all’interno di questo tipo di discussione, non ci siano fughe in avanti o fughe solitarie. Serve una regia unica che, in qualche maniera, possa garantire tutti quanti i lavoratori nel territorio italiano. In questa fase, i settori che stanno soffrendo di più sono quelli dell’artigianato e del commercio che sono i primi ad essere stati fermati e che, in qualche maniera, non hanno una possibilità, se non di ripresa del mercato interno, di lavorare”.

“Ci sono tante aziende che stanno continuando a lavorare – prosegue -, soprattutto aziende grosse che sono state autorizzate o dai codici Ateco oppure dagli interventi e dalle verifiche del prefetto. Nella maggior parte dei casi, sono aziende di grosse dimensioni, il piccolo e il piccolissimo sono quelli che stanno soffrendo di più. Nel momento in cui c’è la ripresa ci deve essere la garanzia e la sicurezza dei lavoratori, lo dico perché va preservata ovviamente la sicurezza del lavoro e dei lavoratori ma anche perché, se decidiamo di fare qualche passo falso o affrettato, il rischio è quello di ritornare indietro e di vanificare gli sforzi fatti fino ad ora, non ultimi la quantità economica riversata”.

“Io la ripresa me la immagino – aggiunge Visentin -, purtroppo, molto lenta e piena di difficoltà, però penso anche che se noi abbiamo una pianificazione omogenea, anche con le istituzioni, un’attenzione al mercato interno, il che vuol dire aiutare le aziende, gli artigiani, i commercianti ma anche i lavoratori per poter far ripartire il mercato interno, se accorciamo la filiera, se decidiamo che alcune produzioni le facciamo in Italia, perché riteniamo che siano utili e opportune, e le indicazioni le deve dare non soltanto l’economia, come è stato fatto fino ad ora, ma anche le istituzioni, la pianificazione, credo che possiamo provare a pensare di uscire in maniera non dico indenne ma molto meno malconci di come potremmo finire”.

“Ovviamente l’Europa è grande assente in questa fase – conclude – e non possiamo permetterci di rimanere senza l’Europa ma non abbiamo bisogno di questo tipo di Europa, questo è fuori discussione. Per cui il dibattito europeo deve essere molto più concreto e, soprattutto, attento effettivamente alle necessità dei Paesi e dei cittadini europei”.

 

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e Video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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