Dopo che nel Seicento erano sorti a Venezia diversi teatri per l’ascolto del melodramma, fu specialmente nel Settecento che aumentò l’interesse per le scene in musica, e tra i numerosi compositori della città lagunare che brillarono spiccano tuttora i nomi di Tomaso Albinoni (1671-1751) e Antonio Vivaldi (1678-1741).
Anche a Treviso vennero innalzati edifici deputati all’ascolto di musica: tra i più antichi ci fu il teatro di Santa Margherita, sorto nel 1670 probabilmente sulle ceneri di uno precedente. Il Teatro che invece, dopo un inizio incerto, si avviò ad essere il protagonista della scena musicale trevigiana fino ai nostri giorni, fu l’Onigo. Esso fu eretto nel 1691 dal Conte Fiorino Onigo, ma già nel 1714 dovette chiudere per la scarsità degli spettacoli. Mezzo secolo dopo, nel 1765, Guglielmo, nipote di Fiorino, fece fare «più bello e più grande il teatro» contando sugli architetti Antonio Galli Bibbiena (1697-1774), già ideatore del Teatro di Mantova (1767/9), e Giovanni Miazzi (1698-1797), artefice di Villa Spineda (1753) e dei Duomi di Schio (1747) e Valdagno (1748/78). La nuova apertura fu festeggiata con la prima assoluta del Demofoonte di Pietro Guglielmi (1728-1804), segnando il principio della sua buona sorte accresciuta ulteriormente nel secolo seguente. Nel 2011 il Teatro è stato intitolato al tenore Mario Del Monaco (1915-1982).
Il Teatro Dolfin fu per un secolo e mezzo circa l’altro luogo principale volto alle rappresentazioni e venne inaugurato l’11 ottobre 1721, per volontà del nobile Vettore Dolfin. Lo stabile in seguito passò ai discendenti di Vettore, subendo rifacimenti nella prima metà dell’Ottocento; tuttavia in quello stesso secolo si esaurì la sua fortuna, arrivando infine ad essere demolito nel 1863.
Quanto agli interpreti che il ceto nobiliare di Treviso ebbe modo di sentire, la musica di Vivaldi venne ascoltata per la prima volta nella stagione 1723/24, con la rappresentazione al Teatro Dolfin del pasticcio (per “pasticcio” si intende un’opera musicale composta da due o più autori) La ninfa infelice e fortunata; nell’occasione debuttò la giovanissima Anna Girò (1710-1748 ca.), destinata ad essere l’interprete preferita di Vivaldi stesso. Altre due occasioni in cui i trevigiani poterono udire le note del “prete rosso” furono l’ottobre 1729 con la ripresa (in entrambi i casi al Dolfin) de l’Ottone in villa e il carnevale 1737 con la Farnace: quest’ultima peraltro fu dedicata esplicitamente dal nipote del musicista e tenore Pietro Mauro alle donne della città. Altri compositori famosi che riempirono i teatri di Treviso con le loro opere furono Fortunato Chelleri (1690-1757), parmense attivo a Venezia tra il 1719 e il 1722, e che portò al Dolfin il suo Tamerlano nel 1720; nello stesso luogo, nell’autunno 1731, Albinoni mise in scena Il più infedel tra gli amanti. Sessant’anni dopo, nel 1792, il casertano Domenico Cimarosa (1749-1801) fece inscenare all’Onigo una replica de Lo sposo senza moglie.
Infine, un’altra persona che non compose alcun melodramma ma si dedicò alla musica sacra fu il canonico Medoro Coghetto, ma nulla rimane della sua produzione, poiché i bombardamenti alleati del 1944 hanno purtroppo distrutto tutti i suoi manoscritti musicali.
(Testo e foto: Davide De Cia).
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